The Ward: recensione

 The Ward: recensione


Nazione
USA

Anno
2010

Regia
John Carpenter

Sceneggiatura
Michael Rasmussen, Shawn Rasmussen

Produzione
Bim

Cast
Amber Heard, Lynsdy Fonseca, Danielle Panabaker, Jared Harris

GIUDIZIO
2.5/5

Kristen è una ragazza con problemi psichici che dopo aver bruciato una casa viene internata in manicomio. Dopo vari problemi di ambientamento scopre che il posto è infestato da una presenza maligna che via via elimina altre ragazze ricoverate nel suo stesso reparto.

Chiedo a chiunque abbia visto la prima scena del film se non sembra di essere tornati indietro nel tempo, almeno a vent’anni prima, quando il cinema horror realizzato da un genio come John Carpenter riempiva le sale e accontentava anche i critici più esigenti. L’inizio folgorante però è solo illusorio, non è, purtroppo, il preludio a un’opera perfettamente riuscita. L’ultima fatica del regista americano, infatti, alterna luci ed ombre, e queste ultime sembrano primeggiare. Tuttavia è importante considerare che The Ward può certo deludere chi conosce bene il cinema di Carpenter e i suoi capolavori, ma va detto che è sicuramente superiore a molti film prodotti negli ultimi anni. Iniziamo con le pecche. La sceneggiatura non brilla certo per originalità, ma di questo non si può dar colpa al regista che spesso nelle sue opere migliori è stato anche autore dello script. Gli sceneggiatori, i fratelli Rasmussen, confezionano una storia ambientata in un ospedale psichiatrico con annessa presenza maligna che negli ultimi tempi si è vista in una miriade di altre pellicole; come ad esempio Session 9, Shutter IslandFragile, in più il colpo di scena finale richiama alla mente quello di altrettante pellicole che non cito per non rischiare lo spoiler. I personaggi sono troppo stereotipati e certamente non giova utilizzare delle ragazze dai volti perfetti, non ultima anche la protagonista, indubbiamente brava, però troppo bella anche da distrarre lo spettatore. Le musiche non rimarranno negli annali come succedeva un tempo, meglio, in questo caso, gli effetti sonori. Quali sono i pregi del film allora? Certamente la “mano” di Carpenter che nel modo di creare suspense e coreografare scene horror ha pochi rivali al mondo. Anche gli omicidi sono piuttosto cruenti e ben orchestrati, e fino a quando non viene rivelato in tutto e per tutto il volto del fantasma, fanno provare più di un brivido sulla schiena. Del resto il motto del fa più paura quello che non si conosce o si vede è sempre valido, e infatti le migliori sequenze sono quelle nel quale si avverte la presenza del male o  si intravede in brevi fotogrammi (come ad esempio nella riuscita scena della doccia). Gli effetti speciali sono abbastanza buoni e la fotografia è ottima immergendo lo spettatore dentro ai corridoi del reparto, attraverso  contrasti tra buio e luce (nel caso specifico quella al neon tipica degli ospedali). In definitiva si può dire che The Ward è certamente un film godibile che a tratti ricorda i migliori film del grande John Carpenter, ma che per molti altri non è che una pellicola vista e rivista negli ultimi anni che può bastare per una serata con gli amici e che, a proiezione finita, non lascerà certo il segno.
©Sergio Di Girolamo