Starry Eyes: recensione

 Starry Eyes: recensione


Nazione
USA

Anno
2014

Regia
Kevin Kölsch, Dennis Widmyer

Sceneggiatura
Kevin Kölsch, Dennis Widmyer

Produzione
Travis Stevens

Cast
Alex Essoe,Amanda Fuller, Noah Segan, Louis Dezseran

GIUDIZIO
4.5/5

Sarah Walker è una ragazza infelice. Vive a Los Angeles, sogna di fare l’attrice e di beccare una buona parte per entrare nel giro grosso, ma il sogno sembra essere distante mille miglia. Nei provini riceve continui bocconi amari e per tirare avanti lavora in un fast food come cameriera/ragazza immagine. Gli amici o pseudo tali sembrano infischiarsene di lei. Un giorno però arriva la grande occasione, quando su internet risponde all’annuncio di un casa di produzione che cerca l’attrice protagonista per un nuovo film dal titolo Silver Scream. Sarah fa il provino  determinata a fare tutto il possibile per essere assunta, accettando anche delle proposte particolari…

Cosa saresti disposto a fare per raggiungere il successo? Immagino che questa domanda rappresenti da sempre un leit motiv per aspiranti attori, cantanti e artisti  che vogliono entrare nel mondo dello spettacolo costi quel che costi. Pensandoci bene, una domanda del genere potrebbe essere posta dal Diavolo tentatore, pronto a farti firmare col sangue  una patto che ti garantisca successo in vita in cambio delle tua anima. Ebbene con Starry Eyes ci troviamo proprio in una situazione del genere. Sarah desidera ad ogni costo emergere dalla massa, e per farlo non si fa scrupoli ad ignorare qualunque freno morale. Lei è fragile e ingenua, ma proprio non ce la fa ad accontentarsi della vita semplice che conduce con i suoi coetanei. Non la soddisfa aver partecipato al cortometraggio di uno dei suoi amici, lei vuole puntare in alto: vuole sfondare a Hollywood. Crede di essere superiore agli altri, così quando le arriva la grande occasione, nonostante la parte in questione la veda protagonista di una specie di b movie, manda a quel paese datore di lavoro e amici e cede alle richieste sessuali della produzione; una di queste è quella di recitare la sua parte denudandosi davanti agli esaminatori per poi concedersi per una fellatio al produttore del film, ultimo ostacolo per ottenere la parte. Fin qui Starry Eyes ci mostra una situazione purtroppo reale, che penso succeda sovente nel “luminoso” mondo dello spettacolo. Ma se il produttore in questione fosse proprio il Diavolo? E’ quello che succede realmente a Sarah, che vende letteralmente se stessa al principe delle tenebre. La sua, da quel momento in poi, è letteralmente una rinascita. Vediamo l’angelica e fragile Sarah mutare in una ragazza spregiudicata e senza scrupoli, decisa a diventare un’attrice di successo (come ci viene mostrato in alcune visioni di lei abbigliata, truccata e pettinata come una femme fatale degli anni 40, che sciorina spudoratamente la sua bellezza a coloro che “avidamente” la guardano). Ma per compiere questo passaggio la ragazza deve pagare un tributo di sangue. Deve attraversare una vera e propria mutazione fisica, visivamente simile alle alterazioni carnali presenti in molte pellicole del regista David Cronenberg (del resto il concetto di fondo di Starry Eyes è molto vicino alle tematiche del regista canadese, in particolar modo a quelle del film La Mosca) . Nel frattempo Sarah deve dimostrare di essersi abbandonata totalmente alla sua nuova natura e di appartenere in tutto e per tutto alle sfere del male. Così uccide nei modi più efferati tutti i suoi amici mentre il Diavolo e i suoi accoliti se la ridono, entusiasti del suo operato. Starry Eyes è un film che tratta il tema universale della tentazione e di come ci sia sempre il rischio di cedervi fino a perdere il controllo di se stessi. Ci mostra la classica scena del patto col Diavolo, argomento utilizzato all’infinito in libri e film e qui molto ben congegnato e funzionale alla trama. La coppia di registi fa un buonissimo lavoro, girando una prima parte della pellicola carica di mistero e atmosfere, debitrici del cinema di  David Lynch, mentre nella seconda puntano sullo splatter più estremo (e forse lì peccano un pò di stile). E’ però indubbio che il successo della pellicola sia da attribuire in gran parte all’interpretazione gigantesca della protagonista; la bella Alex Essoe (che mi ricorda molto Jessica Harper) capace di dare voce, ma soprattutto corpo, a un ruolo non certo facile. Bravo e inquietante anche Louis Dezseran nella parte di Satanasso.

©Sergio Di Girolamo