Shadow: recensione

 Shadow: recensione


Nazione
Italia

Anno
2009

Regia
Federico Zampaglione

Sceneggiatura
Federico Zampaglione, Domenico Zampaglione, Giacomo Gensini

Produzione
Blu Cinematografica

Cast
Jake Muxworthy, Karina Testa, Ottaviano Blitch, Chris Coppola, Nuot Arquint.

GIUDIZIO
4/5

David è un giovane soldato reduce dalla guerra d’Iraq. Deciso a lasciarsi tutto alle spalle il giovane parte per un viaggio attraverso l’Europa, scegliendo infine il passo di montagna chiamato Shadow, un tranquillo posto tra i boschi per praticare bici a contatto con la natura. Lì incontra Angeline, anche lei appassionata di mountain bike. I due ragazzi diventano presto vittime di due spietati cacciatori, che li inseguono con l’intento di ucciderli, ma per tutti quanti è solo l’inizio di un incubo atroce…

Shadow, a dispetto del titolo, è invece una scintilla luminosa nel panorama cinematografico italiano. Riesce infatti a riportare per una volta in auge, con qualità, quel genere horror di cui la nostra cinematografia un tempo era ai primi posti, grazie a pellicole e autori di culto di quel cinema Bis oggi amato da tanti fan in tutto il mondo. 
Zampaglione, sicuramente il più improbabile degli artisti affiancabili al genere (ve lo sareste mai immaginato un autore di canzoni pop intimiste, dall’andamento placido e rilassante, rappresentare sullo schermo scene di ultra violenza e a tinte rosso splatter?) riesce invece a dirigere un film che colpisce duro allo stomaco. Del resto il leader dei Tiromancino è cresciuto a pane e film horror, specialmente le pellicole di Dario Argento, che è anche supervisore e tra i produttori di Shadow. Il film è veramente di qualità, ed è al di sopra della media delle ultime produzioni nostrane. La regia è ispirata, non ci sono fotogrammi fuori posto, la fotografia è molto bella e in certi momenti rimanda proprio alle atmosfere del primo Argento e, oserei, anche dei film del grande Mario Bava. Le musiche sono ben fatte ed evocative (create tra l’altro dal fratello del regista), i protagonisti sono tutti nella parte, soprattutto il maligno Nuot Arquit che da il volto al cattivissimo della pellicola (attore che ho conosciuto di persona al primo Fantasy Horror Award, e  che caratterialmente è una persona gentile e molto sensibile), gli effetti speciali e di make up non sono mai invasivi e risultano utili nel rappresentare le scene più crude, una su tutte quella dell’amputazione della palpebra, roba forte ragazzi! Se un appunto lo devo fare è nel soggetto che prende sicuramente spunto da pellicole già realizzate, finendo per togliere un pò di originalità al tutto. Dentro Shadow ci sono sicuramente rimandi a Un tranquillo week end di paura di J. BoormanNon aprite quella porta di T.Hooper, e in generale un bel pò di film del genere Torture Porn che vede in HostelSawHatchet rappresentanti illustri. Nonostante ciò la sceneggiatura è scritta bene e non mancano elementi di riflessione fino al sorprendente finale. Shadow  è un film importante, che ha anche riscosso favori all’estero e quindi si spera che possa essere un punto di ripartenza per il genere horror che in Italia (a parte alcuni autori storici come Dario Argento e Pupi Avati) è ancora troppo relegato al circuito indie.

©Sergio Di Girolamo