Provincia Bastarda: recensione

 Provincia Bastarda: recensione

Nazione: Italia

Anno: 2022

Autore: Giorgio Borroni

Casa editrice: Dark Zone

GIUDIZIO
4/5

Nico Nebbia è il timido e imbranato chitarrista dei Rainfog, un gruppo rock emergente.  Una sera, dopo la loro ultima e poco memorabile esibizione, le cose per Nico si mettono male quando scopre che Cleo, la sua ragazza e membro della band, lo tradisce con il bassista. Dopo un fiacco tentativo di reagire Nico fugge disperato nella notte a bordo della sua auto. Ma quello che gli è successo poco prima è poca cosa rispetto a quello che lo aspetta in mezzo ai boschi della Maremma toscana…

Giorgio Borroni è una vecchia conoscenza del nostro portale. Ogni volta che mi sono trovato a recensire qualcosa di suo l’ho fatto con piacere, perché di autori come lo scrittore toscano l’Italia ne ha proprio bisogno. Si sa, nel nostro paese si legge poco, e quando lo si fa spesso la scelta capita su scrittori stranieri e  blasonati, soprattutto per quanto concerne il genere horror. Magari vige il luogo comune che il contesto territoriale e sociale del “Bel Paese” non sia congeniale per concepire storie a tinte forti, o al massimo adatto per romanzi gialli, polizieschi e thriller. Giorgio Borroni, e tutta una schiera di altri scrittori che agiscono per lo più nel sottobosco editoriale italiano (ma che ripeto meriterebbero di più), rappresenta l’eccezione che conferma la regola. Egli riesce a sfruttare bene il nostro territorio nazionale, in particolare le zone che conosce bene, quelle della Maremma toscana, per immaginare una storia sanguinosa ed estrema, che utilizza gli stilemi del genere splatterpunk. Una storia che potrei definire il Non aprite quella porta nostrano, con spruzzate di Rob Zombie, dato  il palese connubio tra horror e rock particolarmente riuscito. Borroni immagina (ma sarà solo immaginazione?) che in mezzo ai boschi, nelle lande sperdute della provincia toscana, viva una famiglia di bifolchi che hanno una loro particolare filosofia di vita legata alla violenza e all’oltraggio dei corpi. Per loro violentare e scarnificare coloro che hanno la sfortuna di finire nelle loro grinfie è un piacere irrinunciabile e lo fanno con estrema naturalezza. Tra le loro prede finisce proprio Nico, che nella vita ha solo ricevuto pugni in faccia; un disadattato che non è riuscito mai a combinare nulla di buono e che è riuscito a farsi avanti a tentoni solo grazie all’aiuto di Rick, il suo migliore amico e valido chitarrista che gli ha insegnato anche a suonare la sei corde. Per Nico, prigioniero di questa famiglia di assassini, si aprono così le porte dell’inferno e cercare di resistere alla violenza fisica e psicologica è una scommessa destinata a perdere a meno che il ricordo degli anni passati con Rick, che cercava di dimostrargli come reagire e prendere a pugni la vita, riesca a infondergli qual fuoco interiore che lo spinga a reagire. La narrazione di Borroni è scorrevole e in alcuni punti barocca e intrigante. Nonostante i diversi capitoli affrontino situazioni distanti nel tempo, con frequenti flashback, il tutto risulta molto coeso e spinge il lettore a continuare la lettura per scoprire come va a finire. Il tema principale è, a mio avviso, incentrato sul valore dell’autodeterminazione, dell’autostima  che bisogna trovare per reagire alle avversità che ti si parano davanti. L’amicizia può aiutare ma non sempre, perché prima di tutto bisogna trovare la forza dentro se stessi e Nico, nella tragica situazione in cui si trova, ne ha ben donde. Per quanto concerne gli approfondimenti psicologici dei personaggi, Giorgio Borroni fa un lavoro egregio, in particolare sono ben delineati i drammi interiori di Nico e di Rick, ma non meno delineati sono quelli dei membri della famiglia  di bifolchi, tutti dei gran bastardi, con dei nomi improbabili quali Prospero, Malnata, Testa i Chiodi (omaggio a Faccia di cuoio) tra i quali i miei preferiti sono Bea, l’imponente, fisicamente parlando,  donna di casa e il cinico e determinato prete Don Adorno. La musica rock, in particolare l’heavy metal, è la colonna sonora adatta per questa storia e Borroni ci propone a ogni inizio di capitolo un brano che possa fungere da ideale accompagnamento alla lettura. Provincia Bastarda è un libro di oltre quattrocento pagine che scivola via come una bella birra ghiacciata in gola, non vi annoierà e più volte vi farà divertire ma anche riflettere.
Per sapere qualcosa di più sul libro e il suo autore potete leggere l’intervista che lo stesso ci ha rilasciato cliccando qui.             

© Sergio Di Girolamo

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