Le streghe di Salem: recensione

 Le streghe di Salem: recensione


Nazione
USA

Anno
2012

Regia
Rob Zombie

Sceneggiatura
Rob Zombie

Produzione
IM Global, Alliance Films, Automatik Entertainment, Blumhouse Productions, Haunted Movies

Cast
Sheri Moon Zombie, Bruce Davison, Jeffrey Daniel Phillips, Ken Foree, Dee Wallace

GIUDIZIO
3.5/5

Heidi lavora come DJ nella stazione radio di Salem insieme a Whitey e Munster Herman con i quali forma il “Big H Radio Team“. Un giorno le viene recapitata una misteriosa scatola di legno che contiene un disco in vinile con su scritto: “Un regalo dei Lords”. Lei pensa che si tratti di una rock band che vuole pubblicizzare la sua musica. Mentre Heidi e Whitey ascoltano il disco, questo inizia a suonare al contrario e Heidi ricorda, in flashback, un trauma passato. Ben presto Heidi viene coinvolta dalle visioni sconcertanti provocatele dalla musica dei Lords mentre un antica maledizione si sta per abbattere sulla città.

Che Rob Zombie sia oggi uno dei registi più validi, visionari e direi veramente appassionati del genere horror  è innegabile. Questo ragazzaccio sporco e cattivo ha dimostrato negli anni di essere anche un geniale artista, non solo in campo cinematografico ma anche nella musica e nel fumetto. Ma è proprio il cinema, a mio parere, dove il nostro si esprime ai massimi livelli. Influenzato dai film e dai registi  horror degli anni 70/80, Rob Zombie è riuscito nell’intento di omaggiarli, ma allo stesso tempo di rinverdire con un proprio stile un genere che tante volte, specialmente negli ultimi anni, vede la presenza di pellicole banali, girate senza ispirazione e passione, solo allo scopo di far soldi attraverso storie, partorite da pseudo autori che  non sanno distinguere un film horror “sdentato” da un film che “azzanna”. Fatta questa premessa e detto anche che Zombie ha esordito con un film davvero ben fatto come La casa dai 1000 corpi seguito dall’ancor più bello La casa del Diavolo (a parte i remake, forse superflui ma comunque decenti di Halloween I e II) bisogna ammettere che The Lords of Salem è proprio un film ben fatto, forse il migliore del regista. Se dovessi scegliere un aggettivo per definire il film direi: visionario. Se la trama, in fondo, non è delle più originali e la sceneggiatura getta qua e la situazioni e dialoghi che cercano di essere provocatori senza però riuscirci veramente, è il comparto visivo che funziona alla grande. Una scena su tutte potrebbe essere quella dei cardinali che si masturbano, come la cavalcata pop di Heidi sul caprone/demonio oppure il corteo di donne grasse e nude con in testa maschere di maiali. Insomma un tripudio di idee pop/horror direi molto ben girate. Detto questo passerei agli aspetti meno riusciti. Il film è un pò lento e mancano quelle scene movimentate dei film precedenti, condite da omicidi cruenti, sangue e budella. Non che il fatto di puntare su un film più intimista, farcito, come detto, di svariati flash visivi a impatto sia una cosa sbagliata, ma certo Zombie, che di estro da vendere ne ha tanto, non ha ancora l’esperienza ne lo stile di un Polanski che in un film del filone satanico come Rosemary’s Baby dal ritmo piuttosto lento, riusciva a catturare e a inquietare non poco lo spettatore. Secondo me Zombie doveva bilanciare il film con scene ad effetto.  Le inquadrature originali ci sono, ma momenti shock pochi, in fondo l’unico assassinio del film avviene a colpi di padellate! Il film di fatto  punta a scavare nella psiche della protagonista (una discreta Sheri Moon Zombie), le cui visioni, in fondo, potrebbero essere causate semplicemente dalla tossicodipendenza più che da eventi sovrannaturali. Come detto, il film è caratterizzato da tocchi di classe registici, ci sono anche diverse scene barocche, in particolare quella del sabba stregonesco, mai così evocativo come in questa pellicola. Gli omaggi, com’è tipico nel cinema di Zombie, si sprecano.  Chiari i riferimenti a La maschera del Demonio di M.Bava o al già citato Rosemary’s Baby, ma tutto è sempre caratterizzato da un tocco personale. Una delle cose che secondo me sono  più riuscite è l’atmosfera generale che grazie a un fotografia spesso livida (a parte le sequenze visionarie) rende perfetta l’atmosfera malsana e di abbandono che serpeggia nel film, in particolar modo è lo specchio dello stato psichico alla deriva di Heidi. Le streghe di Salem non è un film  perfetto però è  interessante, un’opera riuscita che dimostra la crescita autoriale di questo originale e capace regista che di nome fa Rob Zombie.

©Sergio Di Girolamo