Urban Explorer: recensione
- Cinema Cinema Horror
- 3 Dicembre 2023
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- 1932
Nazione
Germania
Anno
2011
Regia
Andy Fetscher
Sceneggiatura
Martin Thau
Produzione
Papermoon Films, Rialto Film
Cast
Nathalie Kelley, Nick Eversman, Klaus Stiglmeier, Max Riemelt
Un gruppo di persone decide di esplorare il sottosuolo di Berlino per raggiungere una camera segreta in cui, in passato, uno scienziato nazista svolgeva i suoi esperimenti. La compagnia inizia il viaggio ma quella che doveva essere una semplice passeggiata risulta invece più ardua del previsto. Come si concluderà l’avventura dei nostri eroi? Ritorneranno tutti in superficie?
Questo è la mia pellicola preferita del Fantasy Horror Award 2011. Il film è idealmente suddiviso in due parti: la prima parla di questo gruppo di esploratori del sottosuolo urbano (attività illegale ovviamente) che decidono di esplorare le fondamenta di Berlino. Uno del gruppo ricopre il ruolo di guida, anche se non è molto esperto del luogo (durante la visione ammette che anche lui è la prima volta che esegue il tragitto), ciò crea numerose difficoltà ai nostri eroi. A mantenere alta la tensione di questa prima parte sono anche i numerosi indizi (falsi) che il regista semina lungo la pellicola. Finalmente arriviamo alla camera segreta (meta finale dell’intero viaggio). Ci aspettiamo chissà cosa e invece niente (delusione no, poiché il regista mantiene alta la tensione). Quando il gruppo decide di tornare alla base di partenza (e la tensione svanisce) succede il disastro: la guida cade in un cunicolo e si rompe una gamba (veramente belli gli effetti speciali per la frattura esposta). Il gruppo allora si divide per cercare aiuto. Di alcuni di loro non sapremo più nulla, [Attenzione Spoiler] sì perché adesso il film si concentra su una coppia. Essi trovano aiuto in un vecchio che abita nelle fogne, ma il vecchio non è così amichevole come sembra. Da questo punto in poi (anzi forse sarebbe meglio dire dalla caduta) inizia la seconda parte che abbandona le atmosfere da cardiopalma per approdare a quelle dello slasher a tinte torture porn. E non aggiungo altro perché mi pare di aver svelato anche troppo. Vi assicuro che però il film continua in maniera abbastanza forte e la sensazione di disagio che il regista ha creato in tutto il primo tempo sfocia in un secondo in cui la minaccia si fa più concreta (ma il livello di adrenalina non scende) e inizia il gore.
Certo, come in ogni film del genere, qualche ingenuità esiste ma il regista riesce a trasformare le cretinate fatte dai protagonisti in loro sottovalutazioni del pericolo (almeno a me ha dato questa impressione). È inutile dire che sia come struttura narrativa, sia come idea a livello di soggetto il modello d’ispirazione è The descent. Ma il film si discosta molto dal capostipite di questo sottogenere, allontanandosi in più punti dal suo prototipo ed evitando quindi di essere l’ennesimo film fotocopia. Insomma guardatelo non ve ne pentirete.
CURIOSITÀ
La pellicola ha vinto i seguenti premi del Fantasy Horror Award 2011: Best Screen Play e Press Award.
Il film è il secondo lungometraggio del regista tedesco Andy Fetscher
© Daniele Lombardi