I corpi presentano tracce di violenza carnale (Torso): Recensione

 I corpi presentano tracce di violenza carnale (Torso): Recensione

Nazione
Italia

Anno
1973

Regia
Sergio Martino
Sceneggiatura
 Ernesto Gastaldi, Sergio Martino
Produzione
Carlo Ponti,
Cast
Suzy Kendall, Tina Aumont, Luc Merenda, John Richardson, Roberto Bisacco

GIUDIZIO
3.5/5

Gli studenti dell’Università per Stranieri di Perugia, sono sconvolti dalla notizia di una loro coetanea trovata morta col fidanzato in una zona periferica mentre erano appartati in macchina. Qualche tempo dopo la stessa sorte tocca ad un’altra ragazza e si capisce che nella città si aggira un serial killer. Seguendo il consiglio di uno zio, Daniela, un’amica delle ragazze assassinate, si trasferisce con tre compagne, Katia, Ursula e Jane, in una villa isolata della campagna umbra, edificata sull’alto di una rupe. Il misterioso omicida, però, le raggiunge con l’intenzione di compiere una carneficina…

Con questo film ci troviamo di fronte all’ennesimo capolavoro giallo thriller all’italiana che ha fatto scuola in tutto il mondo. In quegli anni di pellicole del genere nel nostro paese ne uscivano a iosa e anche i film meno riusciti contenevano sempre qualcosa di interessante, magari un colpo di scena geniale o alcune trovate ad effetto poi spesso ricopiate in ricche produzioni d’oltreoceano (Tarantino docet). La cura delle scene era prerogativa dei nostri registi che sapevano creare suspence anche con pochi elementi ma utilizzati al meglio. Gli effetti gore o splatter magari non erano il massimo, forse un pò artigianali a partire dal sangue che sembrava più che altro vernice ma era in fondo una scelta di stile dell’epoca che poi è rimasta appunto nella storia degli spaghetti thriller. Sergio Martino è stato certamente uno dei più fortunati e capaci autori del genere, basti citare oltra a questo gioiellino anche Lo strano vizio della signora Wardh del 1971, La coda dello scorpione dello stesso anno Tutti i colori del buio e il super classico Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave del 1972. La caratteristica dei film di Martino è  miscelare l’orrore, la violenza a un erotismo piuttosto spinto, nei suoi film sono presenti infatti molte scene di nudo e c’è da sottolineare che egli ha avuto a disposizione sempre donne molto belle, una tra tutte Edwige Fenech. Questo connubio certamente funziona tanto per l’interesse verso la storia che verso un “seduzione” visiva che provoca nello spettatore quei piacevoli pruriti che non dispiacciono di certo… Nel film in questione conosciuto anche con il titolo di Torso in effetti si possono ammirare una serie di bellezze mozzafiato impegnate, quando non devono difendersi dall’assassino, in giochi erotici piuttosto conturbanti. Altro punto di forza della pellicola è certamente la trama abbastanza ingarbugliata e di difficile soluzione tanto da stuzzicare lo spettatore spingendolo indovinare chi sia l’assassino. Ok, alcuni debiti verso il cinema di Dario Argento e Mario Bava sono evidenti, a partire da un elemento importante (qui è un oggetto) per la risoluzione del caso o come gli omicidi veramente sadici, tuttavia la pellicola ha una sua identità precisa e sfrutta al meglio anche la location perugina. Tornando alle scene degli omicidi, queste sono state girate molto bene e  anticipano elementi tipici del genere slasher (dall’inglese “To slash”, ferire profondamente con un’arma affilata)  che si riferisce a quel gruppo di film horror in cui il protagonista indiscusso è un maniaco omicida mascherato che dà la caccia a un gruppo di persone. Le vittime sono spesso giovani ragazzi dagli accesi pruriti sessuali, che si barricano sovente dentro spazi  delimitati dai quali non riescono a fuggire se non in orizzontale.  La summa di questo genere di pellicole verrà raggiunto circa cinque anni dopo rispetto al film di Martino dal cult Halloween di John Carpenter


Sergio Di Girolamo