Resti mortali: Recensione

 Resti mortali: Recensione

Nazione: Usa

Anno: 1994

Autore: Laurell K. Hamilton

Casa editrice: Casa Editrice Nord

Traduttore: A. Zabini

GIUDIZIO
3.5/5

Anita Blake, di professione risvegliante di cadaveri e temuta cacciatrice di vampiri, collabora con la polizia per scovare uno zombi assassino che ha divorato un’intera famiglia. Contemporaneamente rifiuta l’offerta di un uomo molto ricco di nome Gaynor che le offre una grossa cifra per riportare in vita un cadavere vecchio di secoli, e in più il vampiro più potente della città vuole farla sua schiava.

Anita Blake è uno dei personaggi letterari più riusciti degli ultimi anni. L’autrice, Laurell K. Hamilton, erede di diritto della scrittrice Anne Ricemescola gli elementi classici dell’horror gotico fatto di vampiri, lupi mannari, morti viventi, e li inserisce in un’immaginaria realtà dove gli uomini convivono con tali creature. Lo stile di scrittura dell’autrice è pura fiction semplice e diretta ma capace di suscitare riflessioni profonde. Resti mortali è la seconda opera di quella che ormai è una vera e propria saga e lo considero uno degli episodi più belli, persino superiore alla prima avventura, Nodo di sangue. Il tema principale questa volta è il Vodoo e la negromanzia. Anita, discendente di una famiglia di negromanti acquisisce maggiore consapevolezza sull’uso dei suoi poteri e nel corso degli eventi si trova ad affrontare persino la temibile sacerdotessa Dominga Salvador. Tra le altre cose indaga insieme alla polizia su dei misteriosi e sanguinari omicidi commessi ai danni di povere famiglie, completamente dilaniate da quello che sembra uno zombi particolarmente famelico. Tutto sembra portare sempre a Dominga ma anche la figura del miliardario Gaynor sembra non essere solo di contorno. A bilanciare il coinvolgimento “vampirico” nella storia vi è la presenza del “master” della citta Jean-Claud, innamorato di Anita al punto da seguirla nella sua impresa. Sparatorie, squartamenti, cadaveri putrescenti che sorgono dalla tomba, creature mostruose create con le più potenti arti magiche sono, insieme a una forte dose di ironia tutta al femminile, gli elementi cardine di quest’opera (e in generale dei libri della scrittrice americana) che consiglio vivamente a chi non vuole una una lettura troppo sofisticata ma piuttosto scorrevole e rilassante come se ci si trovasse a vedere un succoso film horror di serie B.

©Sergio Di Girolamo

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