Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?: Recensione

 Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?: Recensione

Nazione
Italia

Anno
1972

Regia
Giuliano Carnimeo

Sceneggiatura
Ernesto Gastaldi

Produzione
Vittorio Galliano,Marcello Romeo
Galassia Film, Lea Film
Cast
Edwige Fenech, George Hilton, Paola Quattrini, Giampiero Albertini, Franco Agostini

GIUDIZIO
3/5

In un condominio di Genova avvengono due brutali delitti. Nell’ascensore viene trovato il corpo di una prostituta, e poco più avanti anche quello di una spogliarellista di colore che viene rinvenuto nella vasca da bagno di un appartamento. Due modelle di un’agenzia fotografica, Jennifer  e Marylin, dietro suggerimento dell’architetto Andrea, finiscono per alloggiare proprio nell’appartamento teatro di uno dei delitti. Qui fanno la conoscenza dell’ambigua Sheena, una ragazza dalle particolari tendenze sessuali,  e finiscono al centro delle indagini condotte da un determinato commissario mentre gli omicidi si susseguono, anche fuori dal condominio…

Giuliano Carnimeo dirige un buon thriller, il primo della sua carriera cinematografica, dato che il regista romano prediligeva il genere western e le commedie sexy. Il film  trova chiari corrispettivi cinematografici nelle pellicole di registi più affini al genere come Dario Argento e Sergio Martino, non solo per le componenti narrative ed estetiche, ma anche per la presenza nel cast tecnico e artistico di personalità già al lavoro su altri film del filone giallo thriller, come George Hilton, ma soprattutto Edwige Fenech, che prima di essere una tra le regine della commedia sexy, era stata protagonista, in tutta la sua folgorante bellezza di tantissimi film ad “alta tensione”. Come detto la pellicola presenta tutti gli elementi tipici del genere. L’assassino alla Mario Bava/Dario Argento con trench scuro, guanti di pelle e cappellaccio, le scene sono costruite puntando sulle soggettive del killer e accompagnate da una colonna sonora ad effetto composta dall’esperto Bruno Nicolai. L’ottima fotografia a cura di Stelvio Massi, punta su chiaroscuri efficaci ai quali si fondono effetti cromatici accessi che donano alle scene qualcosa di sovrannaturale.  Gli omicidi sono piuttosto cruenti, alcuni in pieno giorno (anticipando l’omicidio di John Saxon in Tenebre di Dario Argento), come quello in ascensore (fonte di ispirazione per l’omicidio presente nel film Vestito per uccidere di Brian De Palma), altra citazione da sottolineare  è l’omicidio nella vasca ricavato da Sei donne per l’assassino di Mario Bava (e del resto dallo stesso film l’ambientazione nel mondo della moda) . La furia omicida del killer si interseca con derive psicologiche di tipo sessuale, e il finale non è poi così scontato. Da sottolineare l’innesto di siparietti ironici dati dalla presenza del fotografo omosessuale interpretato da Oreste Lionello così come le battute di spirito del commissario che indaga sugli omicidi, interpretato da Giampiero Albertini.

© Sergio Di Girolamo

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