L’innocenza ha il colore del sangue

 L’innocenza ha il colore del sangue

Nazione: Italia

Anno: 2010

Autore: Raffaele Dori

Casa editrice: Giraldi Editore

 

GIUDIZIO
2.5/5

Dopo una serata di baldoria e dal tasso alcolico elevato Lucky e Lisa percorrono in auto la via del ritorno ma nel tragitto si fermano dinanzi a una casa in cerca di un bagno. Ad accogliere Lisa si presenta Stella, una strana bambina dalla parlata strascicante. Dopo una lunga attesa, preoccupato, Lucky suona il campanello per scoprire che fine ha fatto la sua amica. Da lì in poi inizierà per i due una discesa negli inferi più bui della mente umana…

Non è facile per uno scrittore che si cimenta col genere horror riuscire nell’intento primario che questo comporta, ovvero mettere a disagio il lettore, spaventarlo. E’ qualcosa di arduo che tante volte neanche autori blasonati riescono a produrre. Raffaele Dori classe ’71 a mio avviso, in molti punti del romanzo ci riesce in pieno. I personaggi, soprattutto la vecchia abitante della casa, (che in alcuni passaggi mi ha ricordato la sorella “paralitica” del capolavoro di Pupi Avati, La casa dalle finestre che ridono, ma che nel romanzo di Dori ha un qualità in più…) e gli altri parenti, rifiuti umani di una società che non concede loro spazio, così come anche i protagonisti, tutti, contribuiscono a creare un atmosfera di degrado mentale e fisico che turba fino a un finale molto cruento nel quale l’innocenza ha proprio il colore del sangue. Il romanzo ha però anche dei difetti. Certamente è ispirato al capolavoro horror Non aprite quella porta di Tobe Hooper quindi, se vogliamo, manca un pò di originalità e poi devo anche dire che spesso la scrittura, quando si fa descrittiva, risulta pesante e un pò troppo elaborata e poco scorrevole mentre si respira parecchio nei dialoghi, veramente ben congegnati. Le scene splatter sono abbastanza presenti e ripeto, per la crudezza, mettono a disagio, specialmente nel colpo di grazia finale. Purtroppo un’altra nota di demerito va proprio alle ultime pagine del libro che non ci concedono una chiusura chiara degli avvenimenti ma ci lasciano un pò con l’amaro in bocca, sembra che sia tutto buttato lì per chiudere senza un’idea precisa (a meno che Dori non ci voglia riservare un sequel).
A conti fatti L’innocenza ha il colore del sangue è un libro che consiglio. Raffaele Dori, che con il l’opera d’esordio Nostra Valentina dei sotterranei e altri racconti si è aggiudicato il Premio Nazionale Carver, da cinefilo e lettore accanito del genere horror, ha le capacità per migliorare e dire qualcosa in un panorama letterario di genere che in Italia, si sa, non è dei più fiorenti.

©Sergio Di Girolamo

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