Lasciami entrare: Recensione

 Lasciami entrare: Recensione

Nazione: Svezia

Anno: 2004

Autore: John Ajvide Lindqvist

Casa editrice: Marsilio

Traduttore: Giorgio Puleo

GIUDIZIO
3/5

Blackeberg è un quartiere di Stoccolma con poca storia alle spalle e scarse prospettive per il futuro. La grigia quotidianità della gente viene sconvolta dal ritrovamento di un ragazzo morto e completamente dissanguato. Oskar, un bambino di otto anni, conduce un infanzia difficile a causa della separazione dei genitori e ai problematici rapporti con i coetanei che sistematicamente lo deridono. Una sera Oskar incontra Eli, una bambina molto strana, da poco  trasferitasi nel quartiere, dall’aspetto smunto e dalle bizzarre abitudini con la quale stringe una morbosa amicizia.

Finalmente dalla Scandinavia, terra di miti leggende e di luoghi dalle atmosfere suggestive, viene fuori un libro di genere horror molto interessantea. John Lindqvist è oggi probabilmente il più famoso scrittore di genere horror che la Svezia possa vantare. Definito infatti lo Stephen King scandinavo, Lindqvist ha il merito di aver scritto un bel libro che va anche oltre i topos del genere. Infatti, leggendo il romanzo ci si accorge subito che l’intenzione dello scrittore non è solo quella di parlare di vampiri (ed è questo a mio parere il grande pregio dell’opera) ma di affrontare diversi temi esistenziali, specialmente quelli legati all’adolescenza e, in particolare, a tematiche delicate e attuali come il bullismo. Ma ci sono anche altri spunti di riflessione come i difficili rapporti tra figli e genitori separati e tra ragazzi sbandati senza lavoro e senza speranze per il futuro. In tutto ciò Lindqvist inserisce l’elemento horror rappresentato da una bambina vampiro tanto triste e dolce quanto letale. Ma è soprattutto il rapporto che si crea tra Oskar ed Eli a coinvolgere il lettore. E’ inevitabile infatti non affezionarsi ai due bambini che, rispetto agli altri protagonisti del romanzo, dimostrano un legame sincero e una profonda amicizia che per loro diventa l’ancora di salvezza contro il grigiore e la freddezza della gente. Grigiore che è ben rappresentato dal luogo nel quale è ambientata la vicenda. Come dicevo all’inizio i posti desolati e freddi della Svezia sono una perfetta cornice per una storia in cui l’orrore soprannaturale si fonde con l’orrore reale, quotidiano. Eli è una vampira ma nel caso di Lasciami Entrare è una creatura della notte assolutamente umanizzata che uccide solo per cibarsi e che vorrebbe vivere una vita normale I pregi dell’opera, come detto, sono parecchi ma, certamente, il libro presenta anche delle cadute, specialmente nelle parti che riguardano le vicende degli altri personaggi che, a mio avviso, non coinvolgono quanto la storia dei due piccoli protagonisti. Spesso infatti le storie parallele di alcuni abitanti di Blackeberg sono troppo stucchevoli, accompagnate da dialoghi non proprio coinvolgenti e poi certi risvolti non trovano una risoluzione ma rimangono vaghi. Anche le parti più horror e puramente splatter non sono utilizzate con troppo criterio e alcune descrizioni, specialmente quelle riguardanti il professore pedofilo Hakan, sono eccessive rispetto allo stile generale dell’opera; tuttavia altre descrizioni quali per esempio gli aspetti di essere un  vampiro che Eli spiega al suo amico funzionano molto bene. Il libro di Lindqvist è sicuramente un’opera affascinante e originale anche se non mi sento di dare un voto altissimo perchè è evidente che manca quel tocco da grande scrittore che  l’autore svedese ancora non ha. Da Lasciami Entrare è stato tratto anche un film omonimo molto bello che segue abbastanza fedelmente gli sviluppi del libro.

©Sergio Di Girolamo

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