Joyland: Recensione

 Joyland: Recensione

Nazione: Usa

Anno: 2013

Autore: Stephen King

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Traduttore: G.Arduino

GIUDIZIO
4/5

Estate 1973, uno studente universitario di nome Devin Jones decide di accettare il lavoro nel parco giochi di Heaven’s Bay che si chiama Joyland per guadagnare un pò di soldi per l’Università. Il ragazzo imparerà così tutti i trucchi del mestiere per lavorare in un parco giochi, ma scoprirà anche segreti inquietanti che hanno a che fare con il fantasma di una ragazza uccisa pochi anni prima proprio lì. Devin indagherà sulla vicenda e contemporaneamente si avvicinerà a Annie e Mike Ross, madre e figlio di dieci anni purtroppo affetto dalla distrofia di Duchenne. Insieme a loro riuscirà a risolvere il mistero di Joyland.

Joyland è un romanzo fresco e giovane scritto da un uomo di Sessantasei anni. Come ben sanno tutti i fan, il Re  è sempre stato una sorta di Peter Pan (un bel pò più dark ovviamente) della letteratura, capace come nessuno al mondo di descrivere la vita di personaggi adolescenti in modo schietto e sincero. Tutto ciò che ci viene narrato in questo splendido libro è assolutamente verosimile a chi ha vissuto intensamente un’età indimenticabile come quella dell’adolescenza,  leggerlo significa fare un passo indietro nel tempo rimanendo incollati alle pagine. Si perchè sono esperienze di vita che chi più chi meno abbiamo vissuto tutti: il tempo dedicato allo studio, la mancanza di denaro, la musica come colonna sonora di ogni giorno e, ovviamente, le prime cotte amorose e la scoperta del sesso. Il protagonista, Devin, è follemente innamorato della sua ragazza e, in più, ha gli ormoni alle stelle. Lei, a parte alcuni momenti intimi è restia a concedersi, e presto Devin deve convincersi che il vero motivo di tutto ciò è che la loro storia sta per finire. Cosa che succede quando i due devono allontanarsi per motivi di studio/lavoro. Devin apprenderà a distanza che lei lo tradisce e King qui è abilissimo a descrivere le sensazioni viscerali che colpiscono il povero protagonista (e chiunque si trovi a vivere i primi drammi amorosi). Ci si chiude in se stessi, si ascolta la musica a tema “depressivo” (Devin predilige in particolare i Doors di The End) e, non a caso, egli medita anche il suicidio. Ma, ovviamente, in quei delicati anni si tende anche a esagerare, si è più irruenti e le emozioni vengono vissute intensamente. Del resto si è ancora lontani dalla saggezza dell’età adulta e, quando Devin trova nuovi amici, Erin e Tom, che lavorano con lui a Joyland, troverà anche nuovi stimoli per andare avanti e dimenticare tutte le delusioni. Devin lavora duro, si fa valere, soprattutto con indosso il costume del cagnone Howie, divenendo presto l’idolo dei bambini. Ma le esperienze per il ragazzo non si limitano solo al lavoro nel perimetro di Joyland perchè nei pressi della spiaggia su cui si estende il parco c’è una casa in stile vittoriano dove abitano Annie e Mike Ross, madre trentenne ripudiata dal padre (accanito predicatore religioso) per le sue “libertà” amorose (da una delle quali nasce suo figlio colpito da una rara malattia che non lascia scampo e che lo costringe sulla sieda a rotelle). Insieme a loro Devin scoprirà il vero affetto, l’amore, l’amicizia e la prima intensa esperienza sessuale e non solo, infatti lo aiuteranno a risolvere il mistero del fantasma di Joyland e soprattutto la vera identità dell’assassino. Ecco Joyland non è solo un libro carico di intime emozioni oltre che un affresco su un periodo indimenticabile della vita come gli anni settanta, Joyland è anche un giallo con un caso da risolvere. Considero questo libro un’opera che conquista da diversi punti di vista e lo fa sempre grazie a una sapiente scrittura. Ogni personaggio è come se respirasse tra le pagine e mentre lo leggiamo irrompe la nostalgia di tempi e di odori andati che ci cullano in viaggi incantati.

©Sergio Di Girolamo

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments