Intervista agli autori di “Black Death the series ” Marco Milone: Produttore, Luca Canale Brucculeri: Regista, Andrea Gallo Lassere :Autore del fumetto

 Intervista agli autori di “Black Death the series ” Marco Milone: Produttore, Luca Canale Brucculeri: Regista, Andrea Gallo Lassere :Autore del fumetto

Intervista a Marco Milone: Produttore     
     
TF: Quanto è faticoso produrre una serie di genere horror in Italia?

MM: Diceva Mario Bava “In Italia questi film hanno scarso successo, e si sa… forse perché c’è il sole, e anche se manca il sole per un giorno e piove, si sa che il giorno dopo verrà fuori il sole un’altra volta”. Bava ironizza ed esagera con il suo paragone tra il contrasto del nostro clima mediterraneo, tipicamente solare, e il buio e la nebbia del regno dell’orrore; tuttavia, l’horror e l’Italia sembrano essere due rette parallele. In Italia la produzione horror nasce nel 1957 con “I vampiri” di Riccardo Freda… un rapido “flop” economico. Sono passati anni, ma il mercato horror domestico sembra essere sempre stagnante come se la cinematografia italiana debba essere prettamente drammatica o comica. Ciò non significa che non ci siano più produzioni horror, né che manchino i talenti italiani: tra i giovani registi penso a Tiziano Cella, un talento nostrano che stenta ad affermarsi in Italia per ottenere riconoscimento all’estero.

TF: Cosa ti ha spinto a scegliere di produrre Black Death?

MM: Ho visto nello sviluppo di “Black Death: the Series” un buon esempio di cross-media marketing: da un lato la possibilità di sfruttare un pubblico già esistente per spingere il prodotto nel ristretto mercato nostrano; dall’altro la possibilità di sfruttare all’estero il trend del genere horror, sapientemente mescolato a toni noir. Solitamente per un gruppo di indipendenti è difficile riuscire a sfondare i confini del mercato, ma, come potrai verificare dalla nostra pagina fb, abbiamo un pubblico che ci sostiene da mesi (e che continua a crescere e manifestare curiosità verso il lavoro che stiamo realizzando); confido che saranno proprio i fan affezionati alla omonima serie di Andrea Gallo Lassere, come pure i lettori di Paola Barbato, sceneggiatrice del pilota, a dare la visibilità che la nostra serie merita. Confido, dunque, che “Black Death: the Series” possa essere un punto di partenza per il nostro gruppo di lavoro, ma pure un momento di rilancio del genere in Italia.

TF: Di quanti episodi sarà composta la serie?

MM: Attualmente la serie sarà composta di solo quattro episodi: vogliamo rimanere coerenti con la narrazione del fumetto, e ovviamente approfondire alcuni aspetti secondari della narrazione; però, non è attualmente nostra intenzione portare il lettore oltre il confine narratologico del fumetto; ci riserviamo in seguito di lanciare una nuova stagione, grazie alla fervida creatività di Andrea Gallo Lassere e al sostegno di Paola Barbato che ha sapientemente riadattato la narrazione in un linguaggio cinematografico.

TF: So che sei anche co-produttore di Revengeance. Ne vuoi parlare?

MM: Revengeance mi sta dando tante soddisfazioni: – alla prima mondiale i critici l’hanno definito un misto tra “Le iene” di Quentin Tarantino e “Il grande Lebowsky” di Joel Coen; – all’anteprima spagnola il pubblico ha sottolineato l’attualità del film paragonando il corrotto senatore Deathface al neo-presidente Donald Trump; – il film sta girando nei maggiori festival europei, americani e asiatici. Abbiamo talmente fiducia nel suo successo che con Bill e Jim stiamo valutando di rinnovare il nostro sodalizio per un nuovo lungometraggio, ma il progetto è ancora in fase di pre-produzione.


Intervista a Luca Canale Brucculeri: Regista

TF: Black Death è un fumetto horror che cinematograficamente si lega alle pellicole di Tarantino: è il genere che prediligi o ti piace anche un’altra idea di cinema?

LCB: Amo l’horror, lo amo da quando mio malgrado mi è venuta la febbre a 40 dopo aver visto un film! E non sto scherzando, davvero un film mi ha stupito e choccato a tal punto da piantare un seme che poi sarebbe germogliato negli anni. L’horror è divertimento, è intrattenimento; mi diverto molto a creare situazioni e personaggi che si muovono in un universo che prende linfa vitale dalla Paura con la P maiuscola e se ti diverti facendo il tuo lavoro hai già portato avanti un qualcosa di positivo a mio avviso. C’è da dire però che amo il cinema in generale, quindi non mi tiro assolutamente indietro davanti agli altri generi, sono sfide, sono crescita.

TF: Purtroppo in Italia non vengono girate serie tv di questo genere mentre all’estero vanno fortissimo. Black Death, che si preannuncia la prima e speriamo di successo, si ispira a qualche produzione estera?

LCB: Andrea (Gallo Lassere) qualche tempo fa vedendo una breve clip del girato mi ha fatto uno dei più bei complimenti che potessi ricevere: “Sai Luca, Black Death non sembra un prodotto italiano.” Direi che come il fumetto, anche la serie è piena di omaggi al cinema della mia formazione (da Fulci, Bava, Argento, Carpenter, Raimi, Soavi fino ai più recenti Snyder e Wending Refn), non ha precisamente un’ispirazione di qualcosa che è già stato fatto, ho omaggiato, ho ripreso alcune tecniche espandendole, ma è comunque qualcosa di mio, che porta la mia firma, una firma che spero si veda e che si possa cogliere nelle scelte adottate.

TF: Puoi dirmi qualcosa sulla scelta del cast in particolare degli attori che interpretano Jack Franky e Maelle?

LCB: Sia con i due protagonisti che con gli altri personaggi la domanda principale è stata: “Chi possiamo utilizzare a livello di somiglianza?” Mi faceva molta paura questa domanda che continuavo a pormi, proprio perché volevo soddisfare i fan al 100%. E per fortuna così è stato!

TF:Dove avete girato la serie?

LCB: La serie è stata girata tra Torino e Venaria, dove all’interno di un grosso complesso sono stati ricreati i bassifondi dove si muovono i nostri protagonisti: volevo qualcosa di marcio, di sporco, un qualcosa che si muovesse insieme agli attori su schermo e spero di poter soddisfare gli spettatori e i fan del fumetto!

TF: Black Death si lega all’omonimo fumetto, mi puoi dire che rapporto hai con questa forma d’arte e quali reputi siano i migliori film tratti dai fumetti?

LCB: Adoro i fumetti, li amo proprio! Sono cresciuto in un’epoca in cui non c’era internet e i videogiochi stavano lentamente prendendo piede: ci si divertiva con i personaggi della tv e leggendo fumetti, creando storie, giocando con personaggi inventati è un mondo che è cresciuto con me. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda penso che il miglior film tratto da un fumetto sia stato Watchmen, ho adorato anche il tanto criticato Batman v Superman: avevano un’atmosfera e un carisma perfetti nonostante le critiche che non ho appoggiato. Se vogliamo guardare al nostro cinema, anche il Diabolik di Mario Bava e DellaMorte DellAmore (anche se tratto da un libro di Sclavi e non proprio un fumetto) rientrano nelle mie preferenze

TF: Progetti per il futuro, magari un lungometraggio?

LCB: Con Marco Milone abbiamo avviato una collaborazione che ci sta rendendo molto felici, ci sono altri progetti in vista? sì. Sono tratti da fumetti? Vorrei dirvi di più, ma non posso. Ma posso dire che al momento questi progetti non sono seriali


Intervista a Andrea Gallo Lassere: Autore del fumetto

TF: Da quale idea nasce il fumetto Black Death?

AGL: Principalmente dai legami umani e il fare squadra con altri, fidarsi delle persone sconosciute in situazioni di pericolo: contrasti, complicità e il migliorarsi a vicenda tra loro. Altre ispirazioni per me fondamentali sono stati Natural Born Killers dove i protagonisti sono una copia di fidanzati innamorati e appunto complici, e il telefilm Supernatural con protagonisti due fratelli separati fin da quando erano bambini. Legami di sangue, insomma e il conoscersi meglio quando nella vita non si è potuto farlo fin dall’inizio.

TF: Quali sono secondo te i migliori fumetti della storia e come si collocano le produzioni italiane rispetto a quelle estere?

AGL: Esistono delle pietre miliari del fumetto italiano ed estero. Ognuno ha la propria classifica e opinione personale. Su alcuni autori e titoli possiamo concordare tutti, mentre su altri i gusti posso variare. Recentemente ho riletto Tutto Andrea Pazienza e alcune opere di Hugo Pratt, ma se inizio a farti l’elenco di tutto quello che mi piace facciamo notte. Per quanto riguarda la collocazione e produzione del fumetto italiano rispetto a quello estero: direi in maniera eccellente

TF: Black Death è fortemente influenzato dalla musica, specialmente rock, che rapporto hai con le sette note?

AGL :Ho iniziato a prendere lezioni di solfeggio e a suonare il pianoforte dall’età di otto anni. Poi ho aggiunto altri strumenti e infine il tempo mi ha sottratto il tutto e ho scelto altre strade. Ora continuo ad ascoltare una carrellata di musica nelle pause e alcuni amici mi tengono sempre aggiornato sulle novità. A volte lo faccio anche per conto mio e scopro ancora tante canzoni e generi ancora validi che sorprendentemente non rientrano nei miei gusti di base.

TF: Cosa hai pensato quando hanno deciso di produrre una serie tv da Black Death?

AGL: Quando Luca mi ha detto con toni sereni e tranquilli che avrebbe voluto portare su schermo le avventure di Jack Franky e Maelle, sono scoppiato a ridere e gli ho chiesto se si rendeva conto della sua follia. Poi l’ho ringraziato perché ero felice per aver suscitato in lui con le mie storie, questo grande interesse. La cosa che mi ha più colpito in parallelo è stata la sua grande passione e conoscenza per i fumetti e cinema. Un “nerd professionista”, se mi passate questo simpatico termine… Ma di quelli tosti!

TF: Qual è stato il tuo contributo nella realizzazione della serie?

AGL: Luca ha coinvolto fin dall’inizio tutta la sua crew, tenendoci aggiornati e chiedendoci pareri su ogni cosa. E quando dico “ogni cosa”, intendo proprio TUTTO, dalla A alla Z! Ho avuto modo di interagire e dire la mia con alcuni attori, vedere in anteprima le prove trucco, discutere sulle scene con il regista, ecc… Addirittura, la sera prima delle riprese Luca fino a tarda serata mi ha mostrato gli ultimi sviluppi visivi su un personaggio che vedremo nella serie. Una fiamma di passione e complicità, unita alla bravura di Paola Barbato, Simona Simone e Carmela Sorrentino; con dietro una piccola, grande produzione affiatata e al produttore Marco Milone che ha voluto scommettere su Luca e i miei personaggi. Insomma, la crew di cui ti ho nominato proprio poco fa.

TF: Pensi che ci sia qualcosa che una produzione cinematografica o seriale debba evitare per snaturare l’idea primigenia del fumetto?

AGL: Per quanto riguarda questa mia esperienza e a titolo personale, posso dirti che conoscere bene i fumetti in generale e quello che si può e non può fare su schermo, aiuta molto. Poi ovviamente, la professionalità ed esperienze acquisite in passato da chi dirige il tutto.

TF: Quale pensi potrà essere l’accoglienza del pubblico italiano?

AGL:Spero positiva! L’impegno e professionalità c’è stata al 101 %. Il pubblico è un’incognita imprevedibile ma sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico, ovviamente quando non diventano gratuitamente offensivi.