Intervista a Marco Rosson regista di “SHANDA’S RIVER”

 Intervista a Marco Rosson regista di “SHANDA’S RIVER”

Marco Rosson, regista classe 1984 di Voghera (PV), dopo aver frequentato la Civica Scuola di Cinema di Milano, esordisce alla regia con il cortometraggio Metastasi che riceve vari premi tra cui quello come miglior regista under 30. Lavora in televisione come assistente alla regia per Endemol Italia e successivamente passa al cinema collaborando in diverse produzioni italiane (Catleya, Colorado, Alto Verbano ecc.) Nel 2012 realizza il suo primo lungometraggio New Order con l’attore Franco Nero, che viene distribuito negli U.S.A e in Asia. Nel 2014 gira un documentario sulla vinificazione in Oltrepò Pavese, Inside the wine, realizzato con il patrocinio del Consorzio Tutela vini Oltrepò Pavese. Dopo aver passato gli ultimi anni realizzando spot pubblicitari e video musicali, nel 2016 ritorna al cinema con l’horror Shanda’s River vincitore di 19 premi.

TF: Shanda’s River è ambientato e girato a Voghera: si basa su qualche leggenda, magari appartenente al folklore locale?

MR: No in verità non esiste nessuna leggenda di Shanda. La storia è totalmente inventata, dalla folle mente di Nicola Pizzi. In realtà lo Shanda’s River è il torrente Staffora che attraversa la città di Voghera.

TF: Il film parla del sogno o meglio degli incubi; di quel misterioso mondo che ci portiamo dentro e che abitiamo quando chiudiamo gli occhi e spegniamo la luce in un gioco straniante di rimandi alla cosiddetta realtà. Che idee ti sei fatto su questo tema?

MR: Il mondo della mente e dell’inconscio sono da sempre di grande interesse per tutti i registi che si avventurano nel voler scuotere le paure più profonde dello spettatore. La psicologia ci suggerisce che le paure sono parte integrante di noi uomini e sono presenti anche se latenti durante il giorno in ogni persona poiché è grazie alle nostre paure che un tempo potevamo sopravvivere.


TF: Credi nella stregoneria?

MR: Domanda complicata questa… credo che il male esista come anche il bene. Rievocare il fascino che può avere su di noi le credenze di altri popoli, come anche le stesse credenze popolari italiane legate al malocchio e all’occulto, esistono persone credenti di “religioni vere e proprie” come chi professa la WICCA quindi il voler lasciare libero il pensiero di credere o meno al soprannaturale diviene un caposaldo essenziale del genere horror.

TF: Palando degli aspetti tecnici del film, a mio parere di qualità, che attrezzature avete utilizzato?

MR: Shanda è un progetto molto Low Budget e avevamo davvero dei mezzi molto ridotti. Abbiamo dovuto sfruttare al meglio tutto quello che avevamo “in casa” e per quello che mancava, ce lo siamo costruiti… Parlando proprio in termini tecnici, abbiamo girato in multicamera usando prevalentemente la Sony A7s2 e una Black Magic. Per le scene più complicate e con tanto sangue finto, abbiamo usando anche una Canon 650D come terza macchina. Invece per le attrezzature dobbiamo ringraziare il nostro Capo elettricista Loris Cianni che ha costruito un dolly di 4 metri e un Gimbal perfetto. Si può davvero dire che la nostra area tecnica era molto artigianale.

TF: Devo dire che le belle inquadrature e il montaggio ben fatto sono funzionali alla trama e riescono in pieno a coinvolgere lo spettatore mantenendo alta l’attenzione. Ci puoi parlare di quest’aspetto e quali sono le tue fonti d’ispirazione?

MR: Sono contento che le inquadrature e il montaggio ti siano piaciute. Tutto il film è pieno di piccole citazioni e inquadrature che si ispirano a film horror che porto dentro, classici come Fulci, Bava e Argento. Di mio ho voluto solo aggiungere un carrello (slider) che raccontava e teneva insieme la storia di Emma, e allo stesso tempo rendeva il film meno statico visto che avevamo poche location. Per il montaggio devo essere sincero quasi tutti i meriti vanno a Giorgio Galbiati il montatore del film e anche il produttore. Giorgio ha fatto davvero un ottimo lavoro, rendendo il film dinamico e con un buon ritmo per tutti i 90 minuti. Assolutamente meritatissimi i due premi che ha vinto come Best Editing al Tabloid Witch Awards e al World Premieres Film Festival.

TF: Gli attori sono molto bravi soprattutto la protagonista: cosa ci puoi dire di lei?

MR:Ho conosciuto Margherita Remotti sul mio primo film “New Order” e sono rimasto piacevolmente colpito dalla sua professionalità e dalla cura con cui lavora sui suoi personaggi. Margherita è una grande attrice, in grado di recitare in lingua inglese senza nessun problema. Shanda è stato un progetto molto complicato perchè, per ridurre al massimo le spese abbiamo dovuto concentrare tutte le 88 scene del film in soli 9 giorni di ripresa. Un’attrice brava come la Remotti era perfetta per questo tipo di progetto, dopo pochi giorni conosceva a memoria tutto il copione e sul set non sbagliava praticamente mai le battute. Una vera e proprio macchina! Lavorare con un attrice come lei è sempre un piacere per un regista. Per me se fosse nata in un paese con più meritocrazia, Margherita Remotti sarebbe stata un attrice da “grandi film”.

TF: E’ una domanda che faccio sempre agli autori italiani: perché all’estero si riesce a farsi notare ricevendo, come nel vostro caso, anche premi e menzioni di lode mentre in Italia vi è un disinteresse quasi totale?

MR: Eh eh eh… Una bella domanda, ne potremo parlare per ore, diciamo solo che: Prima di tutto all’estero, specialmente in America il genere Horror è visto molto bene. Gli horror vengono prodotti anche da grandi produzione. In Italia chi fa Horror fa cinema indipendente per forza. Seconda cosa in America c’è proprio un mercato dedicato a questo tipo di film. Se un film è un prodotto che può portare dei soldi in America hai buone possibilità di essere notato. Ovviamente non stiamo parlando di grandi distribuzioni, ma già una piccola distribuzione che lavora bene nell’home video e nel Vod, può portare incassi discreti.

TF: Se non sbaglio anche le musiche hanno ricevuto diversi premi. Cosa ci puoi dire a proposito? E quanto è importante per te l’aspetto sonoro?

MR: Per me un altro grande merito del buon ritmo di montaggio del film è dovuto proprio alle musiche scritte dal compositore Mauro Crivelli. Mauro è stato bravissimo nel creare un ambientazione sonora inquietante per Shanda, che ci accompagna per tutto il film. Il sonoro in un film Horror ricopre un ruolo fondamentale e Mauro è stato davvero fondamentale per il successo del nostro film. Vincitore del Tabloid Witch Awars 2017 come “Best Original Sound Track”

TF: Tra poco potremo vedere Shanda’s River da noi. Quanto è difficile ottenere una distribuzione in italia?

MR: Molto difficile. Specialmente se cerchi una distribuzione “seria”. Noi siamo stati fortunati, grazie ai festival abbiamo ricevuto varie offerte per Shanda, ma alla fine dopo una lunga telefonata, abbiamo deciso di uscire in italia con Cine-Museum. Colgo l’occasione per ringraziare Carlo Bugli e Roberto Bosco per aver creduto sin da subito nel nostro progetto e per avergli dedicato tempo e professionalità curando con attenzione ogni minimo dettaglio dell’edizione italiana specialmente nella Limited Edition un prodotto veramente interessante per contenuti inediti e per la presentazione ricercata della Full Slip che diventa così un perfetto gioiello da collezionare . Con il film Shanda’s river Cine-Museum inaugura la sua collezione dedicata al cinema indipendente, CM independent vuole promuovere una visione più ampia del panorama artistico e filmico italiano. Siamo molto contenti della scelta che abbiamo fatto.

TF: Progetti futuri?

MR: Ne abbiamo molti… Diciamo che stiamo lavorando ad uno script nuovo per un film Horror un po’ più complicato rispetto a Shanda. Ci vorrà un po’ di tempo per realizzarlo, forse degli anni, ma il progetto potrebbe essere molto interessante. Per ora non posso ancora dire niente di particolare, ma saremo sempre il Team di Shanda, sceneggiatura di Nicola Pizzi prodotto da Giorgio Galbiati e io alla regia.