Il condominio: Recensione

 Il condominio: Recensione

Nazione: Inghilterra

Anno: 1975

Autore: James Ballard

Casa editrice: Feltrinelli

Traduttore: Paolo Lagorio

GIUDIZIO
3.5/5

In un futuro imprecisato, dentro di un grattacielo di lusso ultra accessiorato edificato nella città di Londra i circa duemila condomini vivono una vita solo apparentemente agiata dato che l’intera struttura è in realta il riflesso di una piccola città su più piani dove sono presenti evidenti differenze di classe e di trattamento. Ciò rende sempre più difficile la convivenza soprattutto quando dai piani più bassi inizia a divampare un focolaio di rivolta che presto si trasformerà in un ciclone di violenza e immoralità.

Che James Ballard sia stato uno degli scrittori più analitici  della società umana è un dato di fatto riscontrabile nella maggior parte dei suoi libri. I suoi personaggi sono spesso insoddisfatti, privati di qualcosa che non sanno se definire indispensabile o meno, la cui assenza è positiva o negativa. Uomini e donne che vanno verso l’alienazione e sono schiavi di dipendenze mortali ( come il feticismo estremo per le auto incidentate in Crash). Le diverse turbe psicologie nelle storie di Ballard sfiorano i casi clinici, e lo scrittore stesso sembra abbandonarsi a una vena di psicopatologia con rimandi visivi anche alla storia dell’arte e  a correnti quali il simbolismo ed il surrealismo. Tra le riflessioni più acute dello scrittore inglese di certo un posto in prima fila sono quelle che hanno come oggetto il rapporto tra l’uomo e la società dove vive. Mai come in questo libro Ballard affronta dal punto di vista antropologico e psicologico le derive che l’uomo sperimenta in una contesto solo apparentemente ordinato ma freddo e calcolato come è il condominio. Ballard sembra voler dire che nell’uomo c’è un  innato istinto verso l’autodistruzione e questo succede sia in un macrocosmo come in un microcosmo(qui rappresentato dal palazzo) dove egli deve instaurare rapporti sociali con il proprio simile. Il condominio pensato da Ballard  è un luogo di disgregazione, se poi viene costruito da un architetto  incosciente e megalomane che si chiama Anthony Royal la cui intenzione è dargli l’aspetto di una micro città con tutte le sue caratteristiche, comprese le disparità sociali il danno è fatto. In un’analisi squisitamente politica e sempre valida nella storia dell’uomo, i meno abbienti sono sempre sottomessi e pronti a reagire  contro i benestanti, contro coloro che posseggono ricchezze e potere. In questa situazione Ballard ipotizza una sola conseguenza : il caos. E’ quello che succede quando dai piani più bassi e via via anche nei piani più alti la convivenza diventa difficoltosa. Ballard mette in risalto quindi il male di vivere dell’uomo moderno che nonostante tutti i benefici della tecnologia e le comodità varie (nel complesso non manca nulla: centri commerciali, piscine, saune, cinema, ristoranti etc.) trova comunque il modo per distruggere ciò che ha intorno. Il racconto procede inquadrando la situazione da tre punti di vista: quello di Richard Wilder regista televisivo ansioso di riscattare le sue umili condizioni e ansioso di arrivare in cima per la supremazia nel palazzo, quella dell’uomo della media borghesia, Robert Laing, giovane medico che non ha mai curato un paziente a cui importa solo la tranquilla sopravvivenza sua e delle sue donne, senza interessarsi a quello che succede nel resto del condominio, e quella di Anthony Royal il ricco architetto che ha creato il palazzo e che vive nell’attico e disprezza il comportamento delle classi inferiori.
Pagina dopo pagina il delirio dell’uomo moderno aumenta e dopo le prime schermaglie la situazione degenera velocemente fino a trasformarsi in un’orgia di violenza: sabotaggi di ascensori, barricate, uccisioni, rappresaglie, fino a quando l’ edificio, ormai abbandonato a se stesso, dove nessun servizio funziona più, diventa un ambiente in cui esplode la violenza primordiale, nel quale cessano di aver valore le leggi della società civile in favore della primitiva legge del più forte. E la riflessione, come accennato sopra, è quella di un uomo che non può più trattenere la bestia che per natura abita dentro di lui e che prima o poi trova il modo esplodere in tutta la sua ferocia. Nel corso della sua evoluzione l’uomo ha gradualmente  imparato a dominare i propri impulsi animaleschi grazie al raziocinio, ma più questi vengono tenuti a freno e più si corre il rischio che esplodano, quasi senza preavviso, al verificarsi di particolari condizioni, annullando in un solo colpo tutte le conquiste etiche morali filosofiche e sociali per ritornare allo stato brado. Il condomino è una delle opere più ciniche di Ballard in cui, come nel suo stile, lo scrittore non lesina descrizioni esplicite degli atti osceni che i suoi personaggi compiono. A parer mio il libro è troppo descrittivo, avrei preferito leggere  più dialoghi, ma comunque ti tiene incollato alla pagina e ti fa fare più di una riflessione. Consigliato.

CURIOSITA’:
Nel 2015 è stato realizzato un film diretto dal regista inglese Ben Wheatley dal titolo High Rise che riprende quasi fedelmente la vicende del libro

©Sergio Di Girolamo

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