Il Canyon delle ombre: Recensione

 Il Canyon delle ombre: Recensione

Nazione: Inghilterra

Anno: 2002

Autore: Clive Barker

Casa editrice: Sonzogno

Traduttore: A. Caronia

GIUDIZIO
5/5

Todd Pickett è un attore affermato di fama mondiale. I suoi film d’azione sono stati un successo tanto da consentirgli di entrare tra le celebrità più pagate e ammirate di Hollywood, ma un malriuscito intervento di chirurgia plastica al volto lo costringe a un esilio in una vecchia e misteriosa villa che si trova in una collina che sovrasta Hollywood denominata Cold heart Canyon, in passato dimora di un’attrice degli anni venti chiamata Katia Lupi. Presto Todd scoprirà che il luogo è ancora abitato da presenze inquietanti…

Clive Barker, a mio avviso riesce a produrre le sue migliori storie nella forma del racconto, lungo o breve che sia. Non a caso la sua migliore invenzione letteraria è considerata all’unanimità la serie di racconti raccolti nei Libri di sangue. I suoi i romanzi non sono mai stati giudicati memorabili (benché siano caratterizzati da invenzioni geniali e personaggi originali) forse percè lo scrittore inglese non si  risparmia in fatto di lunghezza finendo spesso per creare opere che a tratti stancano, libri come Galilee o Everville, per esempio, sono dei veri e propri tomi che sfiorano le mille pagine. Il canyon delle ombre è un caso a parte, probabilmente, a mio parere, il romanzo più bello di Barker, un ‘opera nella quale sono presenti tutte le tematiche caratteristiche dello scrittore di Liverpool. La prima cosa che il lettore percepisce è la critica al mondo hollywoodiano, a quell’impalcatura solo apparentemente di sogno che viene considerato il mondo delle star. Ed è proprio quell’impalcatura che, per buona parte della storia, Barker vuole abbattere, infrangendo i sogni di chi crede che vivere nel dorato mondo dei divi sia la cosa più bella e appagante del mondo. Barker smaschera le viltà, la superficialità, e il cinismo  del popolo di Hollywood” utilizzando il personaggio di Tammy, donna senza qualità estetiche che vive una vita grigia, insoddisfatta del marito, e che cerca nei miti televisivi e cinematografici, con in testa il suo idolo Todd Pickett, di evadere dalla sua realtà. Presto  capisce quanto tutto sia finto e che la cosa più importante è l’amore dettato da un sentimento puro. Al di là di queste riflessioni critiche il romanzo ci presenta una storia che solo una mente malata come quella di Barker avrebbe potuto concepire. Splendida è l’idea della stanza infernale, chiamata il Paese del Diavolo, con le sue pitture lisergiche e vive, tali da trasportare chi la visita in quello che si può definire un girone infernale, luogo dominato dalla figura di Lilith, moglie del Diavolo. I personaggi sono molto pittoreschi e Barker non si risparmia sulle descrizioni nelle quali sottolinea fusioni organiche tra creature di natura diversa. Così come è Lilith: un ibrido tra un animale e un vegetale che in un passaggio interessante del libro ci viene presentata così: “Non si trattava solo della bellezza o dell’eloquenza di quella donna, ma di tutto il mondo assurdo che la circondava, come un musical della MGM creato da Hieronymous Bosh”, e non c’è solo lei, ma intorno alla villa si aggirano una sorta di creature dette ninos, incroci immondi tra animali e uomini, precisamente tra attori e attrici dei tempi d’oro (tra i quali anche Rodolfo Valentino) che si aggirano sotto forma di fantasmi. I ninos hanno degli attributi sessuali molto marcati e un’inappagabile desiderio di copulare nel sangue. Ma anche i fantasmi delle celebrità non hanno altro da fare se non organizzare orge sadomaso alla spasmodica ricerca di corpi vivi. Ed è quando nel posto arrivano Todd e tutti i personaggi più o meno intrecciati alla vicenda dell’attore che la fame sessuale delle creature si sprigiona alla massima potenza. Barker ci descrive minuziosamente scene che alternano momenti di raccapriccio a vere e proprie pagine di letteratura hardcore molto spinta. L’apice di queste esplosioni pornografiche si raggiunge con l’entrata in scena del personaggio più carismatico e meglio plasmato fra tutti: Katia Lupi, icona del cinema degli anni venti, che ha giurato fedeltà al Paese del Diavolo. E’ lei che ha sedotto i suoi più famosi colleghi del mondo del cinema dannandoli eternamente a vivere tra le ombre del canyon. Contemporaneamente Katia riceve potenza da questo stato di cose e dalla stanza maledetta, rimanendo nei secoli bellissima. Todd ne sarà prima fatalmente attratto, facendosi coinvolgere i tutti i suoi deliri sessuali, ma poi “illuminato” da Tammy torna indietro percependo la pericolosità della diabolica donna.
Il Canyon delle ombre è un libro rappresentativo di Clive Barker, nel quale ci sono tutte le tematiche dello scrittore inglese, un libro crudo in molti passaggi, sensuale in altri, ma mai banale, un’opera certamente riuscita che consiglio vivamente di leggere.

©Sergio Di Girolamo

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