Il buio si avvicina: recensione

 Il buio si avvicina: recensione


Nazione
USA

Anno
1987

Regia
Kathryn Bigelow

Sceneggiatura
Kathryn Bigelow, Eric Red

Produzione
Steven Charles Jaffe

Cast
Adrian Pasdarn, Jenny Wright,Lance Henriksen, Bill Paxton
Jenette Goldstein

GIUDIZIO
4/5

Caleb è un ragazzo che vive in un ranch nel sud degli Stati Uniti con il padre e la sorellina. Una notte incontra Mae, una ragazza misteriosa e affascinante. Tra loro scatta subito il colpo di fulmine ma lei, nonostante ciò, sembra restia a concedersi. Caleb scoprirà il motivo di tanta ritrosia a sue spese, quando Mae gli rivelerà di essere una vampira.

Il buio si avvicina è un film importante sul genere cinematografico dei vampiri. Infatti è una di quelle  pellicole che sdogana il mito dei succhia sangue, staccandolo dal contesto spazio temporale tipico del gotico ottocentesco. Fino ad allora  le storie di Dracula e compagnia notturna sfruttavano, con le dovute differenze, ambientazioni rurali come i classici scenari della Transilvania, oppure  metropolitani ma dentro cornici storiche ben precise, verso un passato piuttosto lontano (il più delle volte si tratta della Londra vittoriana).  E’ vero che circa un decennio prima del film della regista americana anche la storica casa di produzione Hammer film, specializzata proprio in film in costume su Dracula,  aveva prodotto Dracula A.D. 1972, pellicola  che attualizzava il mito del vampiro, spostandolo nel periodo storico della Swinging London (pur mantenendo l’immagine tradizionale del conte con frac e mantello dal bavero lungo), ma è negli anni ottanta che i succhia sangue divengono altro, evolvendosi fino ad assumere una nuova fisionomia, ovvero quella di ragazzi ribelli, affascianti e dannati. Sono  film che sposano l’estetica rock (Miriam si sveglia a mezzanotte, Ragazzi Perduti) o che vedono il genere fondersi con altri generi, con la commedia (Amore al primo morso, Stress da vampiro)  o, come nel caso del film della Bigelow, con il Western. La storia infatti presenta tutti gli stilemi tipici del genere, dal look da “mandriano” del protagonista, alle sparatorie, agli inseguimenti in lande desolate e desertiche tra  anonime città del sud degli Stati Uniti, tutto a bordo di un camper piuttosto che di una carovana trainata dai cavalli. Ma il film è anche una bella storia d’amore. Quello tra Caleb e Mae è un sentimento puro, il ragazzo non vuole perdere la sua nuova ragazza anche a costo di rinunciare alla sua natura umana, così decide  di seguire il gruppo di vampiri capitanato dall’ultracentenario Jesse Hooker (Lance Henriksen)  nelle varie scorribande notturne, cercando di farsi accettare, soprattutto dal sospettoso e violento Seveen (interpretato da un bravo Bill Paxton). In queste avventure al chiaro di luna la regista ci mostra come il gruppo di vampiri riesce mimetizzarsi tra la gente normale e come, soprattutto, riescano a nutrirsi, trovando anche degli escamotage originali (vedere gli stratagemmi di Homer, il più giovane vampiro della banda). Tuttavia questi vampiri sono tristi, vivono la loro lunga esistenza attraverso i secoli anelando una condizione diversa in cui un giorno potranno vedere la luce del sole,  consapevoli che questo li porterebbe alla morte. Il loro è un andare avanti forzato, e infatti nel finale vediamo i vampiri godersi, estasiati, quell’unico ed emozionante anelito di luce prima della fine.
La Bigelow gira con grinta, dimostrando di essere una delle poche donne abili a realizzare dei film action  meglio dei colleghi maschi (in quegli anni, tra l’altro, era la compagna di James Cameroon) stile, il suo, che raggiungerà l’apice anni dopo con pellicole quali Point Break e Strange Days, per approdare in seguito a un cinema più alto e di denuncia che le porterà l’Oscar nel 2008 ( The Hurt Locker). 

CURIOSITA’: Il film della Bigelow non è l’unico horror camuffato da Western, anni più tardi, nel 2008, John Carpenter girerà il valido Vampires, fratello più ironico e sanguinario de Il buio si avvicina.

Sergio Di Girolamo