Female Vampire: Recensione

 Female Vampire: Recensione

Nazione
Francia- Belgio

Anno
1974

Regia
Jesús Franco

Sceneggiatura
Jesús Franco

Produzione
Marius Lesoeur (Eurociné, Parigi)
Pierre Querut (Général Films, Belgio)

Cast
Lina Romay, Jack Taylor, Jean-Pierre Bouyxou, Luis Barboo, Alice Arno

GIUDIZIO
3.5/5

Nell’isola di Madera arriva  Irina von Karlstein, una giovane contessa muta, ultima discendente di una stirpe di vampiri. Essa si aggira in quei luoghi considerati magici, come le colline e i boschi, nei quale fin dall’alba dei tempi forze sovrannaturali vi dimorano, incrociandosi anche con il mito di Atlantide. Irina ha una fame irrefrenabile di sesso e sangue e, a causa di ciò, è costretta a uccidere contro la sua volontà tutti gli uomini e le donne che la amano, semplicemente facendo sesso con loro. La polizia indaga sui delitti, ma solo il dottor Roberts intuisce che dietro la scia di sangue si cela qualcosa di misterioso e non umano.

Recensire un film di Jesùs Franco non è opera semplice. Il leggendario e prolifico regista spagnolo ha infatti diretto un’infinità di pellicole (si stima circa centosettanta) che sono di difficile catalogazione, ogni film, causa censura, problemi distributivi e, non ultime, anche furbate commerciali, esiste sempre in più versioni. L’opera in questione, per esempio, circola nel mercato e nei circuiti cinematografici con almeno quattro versioni diverse per titolo, contenuto e minutaggio. Per esempio in Italia il film è circolato con il titolo di Un caldo corpo di femmina, ma ci sono anche ErotkillLa Comtesse Noire, The loves of Irina etc. Per gli appassionati della settima arte, e in particolare di un certo tipo di cinema come quello di Franco: sperimentale, indipendente e libero fino all’osso, ai limiti della serie B e dell’exploitation, è  quasi un piacere cercare di indagare sulle questioni che vi ruotano intorno. Le opere di Franco sono estremamente  variegate, nel corso della sua ultra cinquantennale carriera egli ha sperimentato tutte le possibili germinazioni con la macchina da presa, passando dal cinema più  classico (è stato persino aiuto regista di Orson Welles) ai film girati in digitale con budget praticamente a zero, ma sempre con passione e con qualcosa da dire. Franco si potrebbe definire un avventuriero della settima arte,  un musicista Jazz, perché è da lì che viene il nostro, passato al cinema in un momento delicato per la Spagna, dominata, tra gli anni sessanta e settanta, dallo sguardo inquisitore del generale Franco, di cui il nostro porta, ironicamente, il cognome.  Finita questa doverosa premessa, posso affermare che Female Vampire è uno dei film più belli di Franco, in cui c’è molto dell’essenza del suo cinema, in primis l’erotismo. Il regista non si è mai nascosto su questo, egli  è un erotomane dichiarato, il suo cinema è lo sguardo curioso e ossessivo del voyeur (del resto che cos’è il cinema se non questo?)  e in molte delle sue pellicole Franco stesso interpreta personaggi che guardano, o per meglio dire, spiano  bellissime donne che generosamente si concedono anima, e soprattutto corpo, all’obbiettivo del regista. Una fra tutte è Lina Romey (musa ispiratrice e che è stata compagna di vita di Franco) che qui è la conturbante Irina Von Karlstein. La Romey, si deve ammettere, giganteggia e il film è debitore per  l’ottanta per centro del fascinoso corpo tutto curve accoglienti dell’attrice (che è praticamente sempre nuda, a partire dall’iconica apparizione tra le nebbie dei  boschi di Madera, vestita solo di un mantello nero). Franco ha chiesto alla sua musa di non proferir parola ma al posto della voce è  proprio il suo corpo a comunicare. Esso si esprime attraverso quel fascino magnetico che è insito in tutte le belle donne, in un corpo, quello femminile, ricettacolo di desiderio, mistero, e magia. E quale creatura del genere horror è più vicina alla fascinazione e al magnetismo erotico se non il vampiro? Irina succhia la linfa vitale per sopravvivere. In alcune versioni questa linfa è data dal sangue ma in altre versioni del film (e Female Vampire è tra queste) Irina si nutre degli umori sessuali delle sue prede, fino a causarne la morte con degli orgasmi devastanti. Lei però vorrebbe anche amare, ogni sua vittima, che sia uomo o donna, viene prima sedotta e poi uccisa, ma quando Irina percepisce nell’aria la presenza di un uomo che si trova nell’isola, il  barone von Rathony, studioso affascinato dai miti di Madera,  e che lei desidera amare ardentemente, le cose si complicano e la sua natura più profonda, connessa all’essenza primigenia che proviene dall’isola e dai suoi antenati la portano a fare una scelta decisiva. Il film, come spesso accade nelle pellicola di Franco, è un horror alla luce del sole (basti pensare a un altro cult del regista, tale Vampyros Lesbos ). In Female Vampire, gli orrori  gotici dei vampiri, creature della notte per antonomasia, si manifestano invece tra spiagge assolate, piscine e resort di lusso in verdeggianti scenari mediterranei e accompagnati  da un’estetica visiva tipicamente Pop e Kitsch. La musica, che vira dal free Jazz al Funky, dal rock psichedelico alla musica da camera, è onnipresente e diviene costola imprescindibile del corpus cinema franchiano,  contribuendo a creare  sequenze oniriche e magnetiche, capaci di trasportarci in una dimensione altra, in quello che si può ben definire una sorta di trip filmico e sonoro. Ma, come detto sopra, è Lina Romey a imporsi su tutto e tutti. Ogni fotogramma è intriso della sua sensualità  e lei si muove, ammaliante, nei misteriosi luoghi  di Madera, deliziandoci quando, presa dall’estasi del desiderio, si lascia andare in modo libero e sfrontato a una sorta di danza erotica a cui non possiamo rinunciare (per il mercato francese sono stati inseriti anche delle sequenze porno girate dalla stessa attrice).  Franco, come al solito, si cala anche nelle vesti di attore, interpretando il dottor Roberts che, insieme all’esperto di esoterismo, il dottor Orlof, capisce chi è veramente Irina, ma anche lui non può nulla di fronte alla carica erotica della vampira in una delle sequenze più coinvolgenti del film. Female Vampire, al netto delle tipiche sgrammaticature cinematografiche del regista spagnolo (per esempio l’abuso dello zoom), ma che sono comunque marchio di fabbrica del suo cinema libero e sperimentale, è un film di sicuro fascino che consiglio a chi dal cinema vuole ottenere qualcosa di più di una semplice visione, bensì un’esperienza multisensoriale.

Sergio Di Girolamo