Edgar Allan Poe

 Edgar Allan Poe

Poe è sicuramente una figura iconografica nel panorama orrorifico mondiale. Non c’è autore di genere o semplice lettore che non abbia almeno sentito nominare questo straordinario tessitore d’incubi. In genere la figura di Poe è affiancata alla definizione di orrore o meglio terrore psicologico. A differenza di tanti altri autori di genere e sopratutto di H.P. Lovercraft, negli scritti di Poe non esistono creature sovrannaturali tangibili quanto piuttosto “mostri” della mente. Ogni orrore, anche il più atroce, nasce da una psicosi umana, da una sottile linea oscura che spinge verso la pazzia. Sono deliri probabilmente vissuti in prima persona proprio dallo stesso Poe che, nella sua travagliata vita, ha sicuramente avuto modo, complice anche il bere, di toccare il fondo fino a vedere materializzarsi i suoi fantasmi interiori.
Già dall’infanzia il giovane Poe, nato nel 1809, deve far fronte a varie difficoltà come la morte della madre avvenuta nel 1811 e la improvvisa fuga del padre. Viene così affidato ai coniugi Allan, dei commercianti di Richmond, con i quali comunque non avrà mai un buon rapporto. Dal 1826, anno in cui si iscrive all’università di Virginia fino al 1833, Poe vive momenti difficili nei quali cambia più volte residenza, lascia gli studi per l’accademia militare dal quale è espulso e colleziona debiti di gioco. Tra tutti questi avvenimenti la passione per la scrittura creativa lo spinge a comporre poesie e poemi dal gusto macabro e grottesco. E’ del 1833 il racconto Manoscritto trovato in una bottiglia, che gli vale un premio. Nel 1835 assume il ruolo di vicedirettore del Southern Literary Messenger, e continua a scrivere diversi racconti sempre caratterizzati da una profonda tristezza e accompagnati da un’ossessione per la morte e per il seppellimento prematuro, a detta di Poe l’orrore più grande. Nel 1836 sposa la cugina quattordicenne Virginia Clemm (morirà nel 1847 per malattia) e la sua produzione di racconti, poesie e saggi viene incrementata da titoli significativi come Il gatto neroIl pozzo e il pendoloLa caduta di casa UsherI delitti della Rue Morgue (giallo ad incastro che ha come protagonista il geniale detective Dupin, vero antesignano del successivo e famoso Sherlock Holmes di Doyle ). Dopo vari spostamenti, diversi lavori in redazioni giornalistiche e case editrici, e racconti pubblicati in svariate testate gionalistiche, Poe si trova comunque in crisi economica e in una stato di salute molto grave in preda a crisi e allucinazioni. Nel 1849 lo scrittore viene ritrovato in stato di incoscienza presso un seggio elettorale a Baltimora. Viene ricoverato in ospedale dove muore il 7 ottobre. Il contibuto di Poe alla letteratura dell’orrore è fondametale ed è grazie alla riscoperta post mortem fatta da Goethe che il mondo ha potuto conoscere il poeta del macabro e del torbido, capace di far “parlare” le ossessioni dei suoi personaggi che sono spesso un pò le ossessioni e le conturbanti fantasie di quel lato oscuro comune ad ogni uomo. Incalcolabili sono i debiti verso Poe da parte di autori nei diversi campi artistici. Tra questi mi piace citare i film di Roger Corman che negli anni sessanta materializzò egregiamente in cellulloide alcuni tra i più bei racconti dello scrittore, (La maschera della morte rossaLigeiaLa caduta di casa Usher, Il pozzo e il pendolo, Sepolto vivo, Il corvo) e le opere a fumetti di un genio come Dino Battaglia che nei suoi omaggi a molti racconti dello scrittore e, grazie a sapienti chiaroscuri, riesce nell’intento di evocare quel senso di opprimente orrore e macabra follia che è il marchio indistinguibile della scrittura del genio di Edgar Allan Poe.
©Sergio Di Girolamo

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