Echi perduti: Recensione

 Echi perduti: Recensione

Nazione: Usa

Anno: 2005

Autore: Joe R. Lansdale

Casa editrice: Fanucci

Traduttore: S. Pezzani

GIUDIZIO
3.5/5

Harry è un ragazzo apparentemente normale, in realtà possiede un potere che somiglia più a una maledizione. Quando si trova in un luogo dove è accaduto un fatto di sangue egli riesce a riviverlo mentalmente e fisicamente, proprio come se si stesse verificando sotto i suoi occhi. In questo modo, spesso gli capita di vedere anche i volti di vittime e carnefici. Proprio a causa di una visione Harry finisce in una brutta storia di violenza dove insospettabili pedine sono responsabili di atti disdicevoli, l’indagine per portare a galla tutta l’oscura vicenda vedrà coinvolti anche Kayla, vecchia fiamma adolescenziale di Harry e il suo nuovo amico Tad, uomo tutto d’un pezzo, esperto di arti marziali.

Echi perduti è una classica storia alla Lansdale, è un noir ambientato in Texas, consueto territorio di “caccia narrativa” dello scrittore che, nativo proprio di quei posti, conosce perfettamente tutti gli aspetti geografici e soprattutto sociali del contesto. Del resto Joe R. Lansdale è uno dei pochi, oggi che riesce a fotografare perfettamente con le parole quei posti oscuri e selvaggi. Rispetto a opere del passato l’idea in più che viene proposta in questo libro è l’aspetto soprannaturale dato dal potere veggente di Harry. Di personaggi con doni del genere ne è piena la narrativa anche cinematografica. Qui lo scrittore dona il potere a una ragazzo fragile e timido che non riesce a controllarlo, (neanche a specularci, come succede in altre vicende) ed è forse questo uno degli aspetti più belli del libro: l’empatia che ben presto il lettore prova verso Harry. E’ bene dire quindi che Echi perduti non è un’opera riuscita al cento per cento, neanche una tra le migliori del sempre bravo Lansdale, pecca a mio parere di originalità perchè l’intrigo che c’è sotto alla brutta storia di violenza e corruzione l’abbiamo letta mille volte sia nelle altre opere del genio texano sia in altri libri o film. La cosa più interessante, come sottolineato, sono i personaggi; il fragile Harry, l’infido amico Joey ma soprattutto il vecchio Tad, uomo dalla battuta pronta, disilluso dalla vita per una tragedia personale che lo ha toccato nel profondo, ma pronto a rimettersi in gioco per l’affetto nei confronti del suo nuovo amico (specchio di un figlio?) Harry per il quale risfodera tutta la sua abilità di esperto di arti marziali. E qui veniamo a un altro elemento che bisogna evidenziare parlando di Echi perduti. Infatti in questo libro, probabilmente più che in altre opere precedenti, Joe R. Lansdale inserisce riferimenti autobiografici. Tad infatti è un esperto di arti marziali e allo stesso tempo un uomo colto proprio come Joe stesso che, prima di sfondare come scrittore, svolgeva proprio la professione di istruttore di discipline di lotta orientali. Non sono neanche casuali le descrizioni di alcuni posti, specialmente quelli degli anni adolescenziali di Harry quando affacciandosi dalla sua cameretta riusciva a vedere il Drive In e i film venivano proiettati (luogo magico per il giovane Lansdale che vi ha dedicato una celebre saga letteraria nel ciclo del Drive In). Insomma Echi perduti forse non è originalissimo ma sicuramente è un’opera personale dello scrittore texano che, in ogni caso, riesce ad attaccare il lettore alla pagina con una scrittura sempre coinvolgente che mischia, come quasi sempre nelle sue storie, cinismo e romanticismo e un umorismo scurrile e politicamente scorretto che in ogni caso fa il suo sporco lavoro: divertire.

©Sergio Di Girolamo

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments