Dracula (opera rock): Recensione

 Dracula (opera rock): Recensione

Nazione: Italia

Anno: 2005

Band
PFM

Etichetta

Sony BMG

Durata

55min 48sec

Brani

– Overture
– Il Confine Dell’Amore
– Non È Incubo È Realtà
– Il Mio Nome È Dracula
– Il Castello Dei Perché
– Non Guardarmi
– Ho Mangiato Gli Uccelli
– Terra Madre
– Male D’Amore
– La Morte Non Muore
– Un Destino Di Rondine

Band

Flavio Premoli: Keyboards & Vocals
Franco Mussida: Guitars & Vocals
Franz DiCioccio: Drums & Vocals
Patrick Djivas: Bass

Che la PFM sia uno dei gruppi rock italiani più importanti, capace  di rivaleggiare con altre band progressive in campo internazionale lo si sapeva, una band sempre pronta ad affrontare nuove sfide e realizzare progetti ambiziosi. Con questo affascinante lavoro essi colgono l’ardua scommessa di adattare in musica l’opera più importante di Bram Stoker: Dracula. Certo non è la prima volta che la musica rock si sposa con la narrativa dello scrittore irlandese, ma probabilmente è la prima volta in Italia, di certo altre band, originarie di territori più crepuscolari, di certo gruppi anglosassoni,  hanno musicato più volte  le vicende del famoso conte, e invece  eccovi a voi Dracula – opera rock, progetto tutto  in “salsa italiana”, un gran bel disco, tra l’altro rappresentato a teatro con un musical tutto suo. Il progetto della PFM nasce dalla passione per il libro dello scrittore irlandese e rafforzata dalla visione del film di culto  che negli anni novanta girò il grande Francis Ford CoppolaI brani del disco sembrano infatti ricalcare passo passo i momenti del film, sottolineando più la storia d’amore tra Dracula e Mina piuttosto che il diabolico del conte. Ma questo è un bene perché attraverso delle melodie stupende e dei testi eccezionali il disco scende più in profondità, concentrandosi sulla complessa psicologia del principe delle tenebre. Tutto il progetto è ammantato da una tetra ma dolce malinconia che tocca il lato più intimo dell’ascoltatore. Certo, ci sono anche momenti folli e grotteschi come la parte dedicata a Renfield con il brano Ho mangiato gli uccelli o sottilmente inquietanti come Il castello dei perché, senza escludere l’apertura del disco che con Overture ci immerge, attraverso delle note ben calibrate, nel clima gotico della storia. La qualità del suono e l’esecuzione di tutta l’opera non si discutono; come  sottolineato all’inizio i PFM sono dei fuoriclasse, ogni passaggio è ben studiato, in particolare gli assoli di chitarra veramente molto belli. I testi sono stupendi e  toccano l’apice lirico con Il confine dell’amore e Un destino di Rondine (brano cantato in coppia a una bravissima Dolcenera).
Dracula è un capolavoro che trascina l’ascoltatore dall’inizio alla fine verso una narrazione sonora coinvolgente ed epica che riesce a emozionarci aggiungendo del phatos all’immortale storia di un uomo maledetto, affamato di sangue, ma soprattutto desideroso d’amore.

© Sergio Di Girolamo

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