Dracula di Bram Stoker: Recensione

 Dracula di Bram Stoker: Recensione

Nazione
USA

Anno
1992

Regia
Francis Ford Coppola
Sceneggiatura
James V. Hart
Produzione
Francis Ford Coppola
Cast
Winona Ryder
Gary Oldman
Keanu Reeves
Anthony Hopkins

GIUDIZIO
5/5

L’avvocato Jonathan Harker è incaricato dall’agenzia immobiliare per cui lavora di concludere un affare riguardante l’acquisto di case in diversi punti di Londra. Il futuro acquirente è un eccentrico conte della Transilvania di nome Dracula. Quando Harker giunge al castello di Dracula, tra i monti carpazi, quest’ultimo, osservando un’immagine della sua fidanzata, Mina Murray, riconosce in lei la reincarnazione di sua moglie, defunta molti secoli prima e chiede a Jonathan di  rimanere nel suo castello più del tempo previsto, per concludere le pratiche burocratiche. In realtà è un piano del conte per abbandonare il posto e partire alle volte Londra a bordo di una nave, al fine di far sua Mina.

Bram Stoker’s Dracula è l’ennesima trasposizione cinematografica di uno dei libri più famosi della storia della letteratura horror. Il mito di Dracula è stato trasposto su celluloide miliardi di volte con risultati non sempre accettabili; non è questo il caso dato che il film in questione è diretto con classe da un grande regista qual è  Francis Ford Coppola,  abituato a gestire al meglio dei super budget. Coppola garantisce così al film una qualità altissima dal punto di vista puramente estetico e visivo potendo, per altro, avere a disposizione un cast di attori di prim’ordine. Questo fortunato mix, insieme a una sceneggiatura piuttosto fedele al libro originale, fanno di questa edizione di Dracula un colossal senza tempo, capace di conquistare critica e pubblico. Tornando alla sceneggiatura, si può certo affermare che è uno dei punti di forza del film, perché inserisce qualcosa di nuovo al mito del principe delle tenebre mai visto fino a quel momento. Il classico vampiro cattivissimo dal mantello nero col bavero alto e i canini affilati, rappresentato più volte  con successo da attori di culto come Bela Lugosi e Christopher Lee nel film di Coppola  viene legato al folklore rumeno che vede nell’inquietante figura di Vlad Tepes, sanguinario condottiero realmente esistito, il vero e unico Dracula. Nel bellissimo prologo del film assistiamo, infatti, alle gesta di questo personaggio storico che a un certo punto viene tradito dai suoi alleati cristiani nella guerra contro i turchi. A causa di ciò la sua sposa, Elisabeth, credendolo morto in battaglia, si suicida per amore, di conseguenza la furia di “Drakul” è inarrestabile. Ciò lo spinge a rinnegare Dio a favore del male (in una delle scene più forti del film). Da quel momento in poi si intersecano i fatti storico folkloristici con le vicende romanzate  scritte dall’autore irlandese. In questo mix Coppola pensa bene di giocare col melodramma e  quando l’incontro tra Dracula e Mina avviene in quel di Londra, si accende una focosa e struggente passione tra i due che esplode in una storia d’amore che supera il tempo e lo spazio. Del resto nella locandina del film questo aspetto è ben sottolineato dalla scritta “Love Never Dies”. Il film di Coppola è soprattutto carico di simbolismi sessuali, aspetto tipico quando si tratta di storie che hanno a che fare col mito del vampiro e Coppola non si tira indietro spingendo decisamente sul pedale dell’Eros che s’interseca, inevitabilmente, con Tanathos. Sono tante le scene sexy che si vedono nelle pellicola, a partire da quella dalle tinte hard nella quale le tre vampire mogli del conte (una delle tre è Monica Bellucci) compiono un’orgia di sesso e sangue col giovane Jonathan Harker. Non meno torbide sono le  visioni di Lucy Westerna, violentata dal conte nei modi più disparati (in una scena la ragazza viene penetrata con vigore da un Dracula mutato in Lupo). Anche l’amore passionale tra Dracula e la giovane Mina viene ammantato da vibranti pulsioni sessuali, e il regista è bravo a sottolineare visivamente il passaggio della giovane ragazza da un atteggiamento prima virginale a un’esplosione di trasgressiva sensualità. Coppola vuole comunicare proprio questo contrasto socio/fisiologico che fa parte integrante dell’essere umano e lo fa attraverso l’archetipo del vampirismo, contenitore inesauribile di rimandi simbolici alla sessualità vista dal lato della trasgressione e qui della passione bestiale. Ma il lato spirituale non viene messo da parte, l’amore tra Dracula e Mina è, in fondo, puro, vero e intenso, un amore romantico. Tra trasgressione e redenzione  il film incornicia così la storia di Dracula in un contesto visivamente eccezionale (grazie a degli ottimi effetti speciali e a dei costumi stupendi vincitori, tra l’altro, di 3 oscar) con scene di culto e un finale che addirittura commuove!
Tra gli attori, tutti bravi, un plauso particolare va a Gary Oldman/Conte Dracula e ad Anthony Hopkins/Van Helsing che donano ai loro personaggio caratteri ben definiti attraverso una recitazione sopra le righe. Il Van Helsing di Hopkins, antitesi per eccellenza di Dracula, ha qui un carattere estroso e burlone che contribuisce a introdurre nella pellicola non pochi momenti ironici. Forse questo  film  potrà far storcere il naso a chi è troppo affezionato alla classica figura del conte dal lungo mantello nero, cattivo fino al midollo e privo del benché minimo afflato di umanità, ma senza ombra di dubbio, il Dracula di Coppola è come quasi tutti i film del regista un capolavoro.   

© Sergio Di Girolamo

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