Crimes of the future: Recensione

 Crimes of the future: Recensione

Nazione: Canada, Grecia

Anno: 2022

Regia
David Cronenberg
Sceneggiatura
David Cronenberg
Produzione
Robert Lantos, Argonaut Productions, NEON, CBC, MUBI, Serendipity Point Films, Telefilm Canada, Ingenious Media
Cast
Viggo Mortensen, Lèa Seydoux, Kristen Stewart

GIUDIZIO
5/5

In un futuro dai tratti post apocalittici gli esseri umani hanno iniziato a sperimentare una serie di cambiamenti biologici. Tra i più radicali vi  è la quasi totale scomparsa del dolore fisico e delle malattie infettive. I progressi nella biotecnologia e l’invenzione di macchinari e computer che possono interfacciarsi con le funzioni corporee e controllarle a distanza sono ormai utilizzate in molti campi, persino nelle performance artistiche e in particolare nella Body Art. Saul Tenser e la sua assistente Caprice, sono tra quegli artisti che si distinguono per i loro spettacoli soprattutto perché la loro performance prevede l’asportazione chirurgica di nuovi organi di origine tumorale dal corpo dello stesso Tenser. I due sono seguiti da diversi fan a cui si aggiungono due burocrati responsabili del National Organ Registry, un ufficio governativo progettato per catalogare e conservare nuovi organi, dei due la nervosa Timlin, rimane affascinata da Terser e dai suoi scopi artistici, ma presto la sua diventa una vera e propria ossessione che la catapulta in un vortice di tentazioni sessuali legate indissolubilmente al corpo operato chirurgicamente.

Se c’è un autore in campo cinematografico il cui marchio di fabbrica  è subito riconoscibile questi è David Cronenberg. Un film come questo non potrebbe essere diretto da nessun’altro regista: Crimes of the future è Cronenberg al cento per cento; si potrebbe anche aggiungere che è un Cronenberg “puro” al cento per certo perché se nelle ultime pellicole il regista aveva evidenziato le sue ossessioni e le consuete tematiche legate al corpo e ai suoi aspetti psicosomatici cambiando il registro visivo ed estetico(A Dangerous Method, Cosmopolis, Maps to the stars) qui torniamo agli albori quando il nostro ci mostrava le evoluzioni della carne come si fosse sotto la luce bianca di una sala operatoria. In questo film Cronenberg torna al cosiddetto Body Horror termine coniato proprio per evidenziare il suo tipo di cinema che comprende tanti capolavori immortali, dal Demone sotto la pelle a The Brood da Videodrome a La Mosca per citarne solo alcuni. Crimes of the future si potrebbe definire la summa di tutte le sue pellicole. E’ un film visionario, bellissimo da vedere, con un fotografia sorprendente che sfrutta evocativi scenari naturali  trovati in terra Greca. E poi gli effetti visivi di stampo tradizionale (pochissime volte, nella sua carriera, il regista ha ricorso agli effetti digitali) sono spettacolari, realizzati da veri e propri artisti, richiamando tra l’altro l’arte di mostri sacri come HG Giger e Francis Bacon. Tutto ci viene mostrato senza risparmiarci nulla, senza lasciarci all’immaginazione in scene iconiche e disturbanti, come l’autopsia su un bambino con tanto di asportazione degli organi. Si, gli organi, che qui divengono protagonisti, elementi preziosi, opere d’arte e feticci sessuali. La gente ormai non sente quasi più dolore. Conficcare le mani dentro il corpo per  estrarne delle parti, assaporare i tagli, le aperture e i nuovi innesti organici, sono azioni eccitanti che provocano piacere, che stuzzicano la libido, un sorta di nuova eccitazione sessuale come lascia intendere Timlin quando dice a Saul testualmente che “la chirurgia è il nuovo sesso”. Ma qui il corpo è soprattutto vera arte, e se i fautori della body art utilizzavano già dagli anni sessanta del secolo scorso il corpo come veicolo per le proprie performance  quello che interessa ai nuovi adepti dell’arte è soprattutto quello che c’è dentro, oltre il primo strato di pelle, appunto gli organi e, nel caso di Terser, i nuovi organi che egli riesce ad autoprodurre in un mix di sofferenza ma di grande piacere. Ciò che egli si fa estrarre dalla sua assistente, ovvero delle masse tumorali organiche divengono, sotto gli occhi degli spettatori, nuovi oggetti d’arte. Ma Cronenberg non intende certo fare solo una disquisizione artistica, il suo intento è di certo quello di fotografare una società vittima del degrado ambientale, dell’abuso estremo della tecnologia che qui prende il sopravvento sull’uomo (evidente per esempio nella sedia “colazionista” di cui necessita Saul per nutrirsi), una tecnologia che si è così intersecata nell’esistenza umana portandola allo sbando. Per questo il dipartimento delle forze dell’ordine, denominato New Vice, cerca di fermare i sovversivi (utilizzando anche degli infiltrati, non vi svelo chi,  ma lo scoprirete circa a metà pellicola) come l’organizzazione segreta che promuove un nuovo tipo di umanità che si alimenta con barrette sintetiche fatte di materiale plastico. Quella di Cronenberg è una critica al nostro tempo presente così vicino al futuro prossimo da lui filmato in questa pellicola. Se infatti ci si guarda intorno oggi il cibo commestibile non si può certo più considerare veramente puro o “bio”, che dir si voglia, contaminato da così tante sostanze che di certo ignoriamo, provenienti da scarti industriali, inquinamento e chissà da cos’altro, e che provocano nel nostro corpo mutazioni e inspiegabili malattie, mentre aumentano le percentuali dei malati di tumore. Cronenberg ci mostra ciò che irrimediabilmente sta succedendo e succederà sempre con più frequenza, come i migliori scrittori di fantascienza che sanno “vedere” in anticipo sui tempi. Tuttavia, il finale della pellicola non è certo consolatorio ma almeno sembra dimostrare che l’uomo nel bene e nel male sembra destinato a vivere o meglio a sopravvivere in questo pianeta ridotto a carcassa. In effetti gli scenari di Crimes of the future, nonostante ci si  trovi in un futuro tecnologico  sono caratterizzati da edifici cadenti, proprio delle carcasse, con  stanze dalle pareti scrostate e sotterranei polverosi. Anche dando uno sguardo agli scenari esterni si evince che qualcosa è andato storto su scala globale, magari l’esplosione di una bomba nucleare dopo la terza guerra mondiale (sigh!). Crimes of the future (titolo identico a una delle primissime pellicole del regista datata 1970 ma che non è un remake) è un film che convince appieno, affasciante, bello da vedere e da ascoltare, non solo per la musica molto evocativa, ma soprattutto per gli splendidi  dialoghi scritti dallo stesso Cronenberg. Gli attori sono tutti grandiosi, Viggo Mortensen non è mai stato  espressivo come in questa pellicola, Kristen Stewart è sensuale senza mostrare un centimetro di pelle in più mentre Lèa Seydoux, al contrario, ci delizia con dei nudi fantastici in cui il suo corpo tagliuzzato è repulsione e attrazione sessuale allo stesso tempo. Se dovessi fare un piccolo appunto alla pellicola sottolineerei  l’assoluta mancanza di azione cosa che non succedeva in alcune pellicole del passato in cui Cronenberg ci deliziava anche con scene più movimentate, creando un mix vincente tra ritmi dilatati e scene action ( vedi Scanners, Existenz), il film quindi risulta un pò lento e può far storcere il naso a chi non conosce o ama il cinema del regista canadese, per tutti gli altri (a cui mi associo) siamo nei territori del capolavoro.

©Sergio Di Girolamo

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