Clive Barker

 Clive Barker

Clive Barker è l’anatomista dell’inferno” così lo definisce il regista horror Wes Craven nello strillo di copertina di un libro. Sono assolutamente d’accordo con questa affermazione. Lo scrittore inglese è, senza ombra di dubbio, uno dei pochi capace di scrivere ma anche dipingere (perché Barker è anche un geniale artista visivo) l’inferno con originalità e credibilità. Sembra quasi che Barker ci sia stato e poi sia tornato  carico di ispirazioni. Il fatto è che Barker è unico nel creare personaggi che abitano altri mondi, altre dimensioni malsane e iconograficamente suggestive. In particolare egli esprime tutta la sua immaginazione visionaria nella creazione di figure demoniache: un esempio che balza subito alla mente sono i supplizianti del suo racconto/film cult Hellraiser un gruppo di inquietanti individui vestiti con abiti sadomaso il cui capo è il maestro del dolore Pinhead che a un certo punto esclama all’incauto possessore della scatola di Lemarchand : ” Tu hai aperto la scatola e noi siamo venuti….siamo demoni per alcuni, angeli per altri…devi venire con noi a provare i nostri piaceri…abbiamo tante cose stupende da mostrarti”. Tutta la produzione più importante dello scrittore  di Liverpool è incentrata proprio su questo: visioni sovrannaturali di angeli e demoni tra dolore e piacere sessuale. Se volessimo trovare un parallelismo con un altro grande artista dei nostri giorni diremmo che il regista canadese David Cronenberg (quello della nuova carne) è certamente vicino alle tematiche del nostro anche se le evoluzioni fisico sessuali da lui presentate sono più psicologiche che sovrannaturali. Tra l’altro i due, non a caso,  si sono  trovati sul set di Cabal, film sottovalutato di Barker nel quale proprio Cronenberg impersona un sadico serial killer. Ma torniamo indietro di un bel po’ di tempo. Siamo a Penny Lanes  cittadina nei pressi di Liverpool. Qui nasce Clive Barker il 5 ottobre 1952. Lì frequenta le scuole della sua città e poi si sposta a Liverpool dove frequenta la facoltà di letteratura inglese e filosofia all’Università, in seguito si trasferisce a Londra dove fonda una compagnia teatrale per rappresentare le commedie che scrive. Già queste prime opere sono un mix interessante tra erotismo e horror e all’età di trent’anni decide di passare seriamente dalle sceneggiature teatrali alla narrativa. Barker lo fa con una serie di raccolte di racconti (che inizialmente doveva essere unica) definiti Libri di sangue. Ad oggi, a parer mio, è la produzione più alta dello scrittore. Nelle pagine di ognuno di questi libri (sono sei: InfernaliaEctoplasmSudarioCreaturesVisionsMonsters) vi è impressa tutta  la tematica barkeriana all’ennesima potenza. Sono racconti lunghi dalle tematiche puramente horror, permeati di crudeltà, sesso, violenza, maledizioni e, solo in rari casi, redenzioni. Tra i protagonisti i consueti demoni carnali ma spesso anche demoni della mente. Serial killer, creature mostruose, uomini sulla soglia dell’abisso. C’è di tutto e di più per un amante dell’horror dalle emozioni estreme. Forte del successo mondiale Barker venne allora definito l’unico vero rivale del re dell’horror: Stephen King che in più di un occasione non  ha esitato ad elogiare lo scrittore di Liverpool (famosi i vari strilli di copertina tipo “il futuro dell’horror, si chiama Clive Barker”). In ogni caso i due scrittori sono stilisticamente differenti: King incarna la figura dell’eterno ragazzino sognatore e tra le sue pagine spesso ci si commuove, Barker è più nichilista e apocalittico. Con i libri di sangue Barker avrebbe potuto anche fermarsi lì ma una mente vulcanica come la sua non poteva contenere tutto il magma incandescente di idee geniali che conteneva. In seguito Barker sforna libri su libri alcuni spesso più vicini al fantasy che all’horror puro toccando, a mio parere, la vetta  con Il Canyon delle ombre, storia di fantasmi molto tangibili in una Hollywood corrotta a sbavata, un libro pervaso da sadismo, sesso all’ennesima potenza, ma anche sentimenti puri come l’amore. Le visioni potenti di Clive Barker però non possono essere impiegate solo su carta, lo stile e, soprattutto, le idee dello scrittore inglese sono a materia per diverse  espressioni artistiche. Barker infatti è un vulcano di idee e quindi un artista poliedrico; come già detto, oltre ad essere un abile pittore, egli è capace di creare altri mondi anche attraverso il cinema, in un primo momento come sceneggiatore (anche se il cui risultato è abbastanza deludente in pellicole quali Underworld, Rawhead Rex) poi mettendosi direttamente dietro la macchina da presa. Da questa felice intuizione nasce uno dei classici della cinematografia horror: Hellraiser, storia di demoni sadomaso pronti a punire col dolore chi osa disturbarli. Il film, nonostante un budget contenuto, è visivamente stupendo. Barker dirigerà in seguito altri film: Cabal, una pellicola sottovalutata da pubblico e critica ma che riflette acutamente sulle diversità attraverso una storia che mette in mostra creature mostruose tra le più fantasiose mai viste al cinema e Il signore delle illusioni tratto da un racconto dei libri di sangue ma che, in questo caso, delude parecchio. Diversa sorte ha invece l’adattamento di un altro racconto di Barker, dal quale viene ricavato il bellissimo film Candyman del regista  Bernard Rose,  dove il protagonista è un fantasma uncinato che inquieta sessualmente un bella studentessa universitaria che vuole realizzare la sua tesi narrando le storie macabre di un malfamato quartiere abitato da gente di colore.
Barker è quindi scrittore, sceneggiatore, regista, pittore e anche… ideatore di videogames! Negli anni infatti scrive anche delle storie per due bellissimi sparatutto in prima persona: Undying e Jericho ottenendo, anche in questo caso, un successo mostruoso…
Che dire, Clive Barker è un po’ come la gallina dalle uova d’oro, ciò che fa è sempre di successo e fa la fortuna di editori e produttori. L’ultima fatica come scrittore è Abarat, saga fantasy che miscela  Alice nel paese delle meraviglie e il Signore degli anelli ma certamente con molto più sangue. 
© Sergio Di Girolamo

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