Bloody Kisses: Recensione

 Bloody Kisses: Recensione

Type-O-Negative, portrait, Dynamo Open Air ’97, Eindhoven, Netherlands, 17th May 1997. (Photo by Niels van Iperen/Getty Images)

Nazione: Usa

Anno: 1993

Band
Type O Negative

Etichetta

Roadrunner records

Durata

73min 07sec

Brani

-Machine Screw
-Christian Woman
-Black No.1 (Little Miss Scare-All)
-Fay Wray Come Out and Play
-Kill All the White People
-Summer Breeze (cover deiSeals and Croft)
-Set Me on Fire
-Dark Side of the Womb
-We Hate Everyone
-Bloody Kisses (A Death
in the Family)
-3.O.I.F.
-Too Late: Frozen
-Blood & Fire
-Can’t Lose You

Band

Peter Steele – voice and bass
Josh Silver – tastiera, sinth, effects
Kenny Hickey- guitar and voice
Sal Abruscato – Drums

Album fondamentale per gli amanti del gothic rock e non solo, Bloody kisses è sicuramente l’opera più coinvolgente del gruppo di Brooklyn, capitanati da quel leader eccessivo e carismatico che all’anagrafe fa Peter Steele.
Peter e soci non hanno mai preso in giro nessuno: tutto quello che hanno da dire lo sputano in faccia schiettamente, senza falsi moralismi, ci si può già fare un’idea a cominciare dalla provocante copertina del disco e dai brani ivi contenuti  politicamente scorretti come We hate everyone, Killer the white people, o l’intro del disco Machine Screw con gli orgasmi femminili perfetto compendio della cover. Il genere musicale varia dal trash al doom sabbathiano miscelando trovate alternative interessanti. Ma è la voce di Steele, a mio avviso, il punto di forza dell’opera. Il vocione del leader del gruppo trascina perfettamente l’ascoltatore nei paesaggi urbani degradati e nelle lande cimiteriali sperdute che vengono evocati nei testi. Lo stesso songwriter ad opere sempre di Steele, coadiuvato in alcuni casi da Silver, è interessante e conta brani pieni di rabbia disillusione e tristezza, carichi spesso di umorismo nero. Più volte vengono anche evocate scene cinematografiche come inBlack N.1(dove il debito verso i film horror di stampo vampiresco sono molto evidenti a partire dal video che accompagna il pezzo), vi sono anche innesti sonori come urla, pianti di neonati, e rumori di varia natura. I brani sono quasi tutti abbondantemente sopra i cinque minuti cosicché il gruppo spesso si diverte a miscelare vari generi all’interno dello stesso pezzo. Si parte per esempio con il lento doom e si prosegue con il trash intervallando il tutto con fraseggi di tastiera e sintetizzatore. Questa miscela è chiaramente un marchio di fabbrica del gruppo che ripeterà più volte negli album successivi. Da Bloody kisses in poi i Type O Negative conquisteranno il meritato successo di massa diventando una icona goth rock e non solo. Anche se i debiti con il sound (ma piuttosto con l’atmosfera) dei Black Sabbath è evidente sicuramente i Type O negative e Bloody kisses hanno dalla loro originalità e passione per una musica che, in fondo, definirei anche molto cinematografica, capace veramente di creare paesaggi sonori tristi e inquietanti allo stesso tempo. Se poi ci si mette che dietro tutto c’è un tipo controverso come Peter Steele(che si è fatto accorciare gli incisivi per far risaltare i canini), amato dalle gotich girl di tutto il mondo, e capace di gesti oltraggiosi ma anche di evocare crepuscolari e romantiche atmosfere direi che vale proprio la pena ascoltare questo disco.

© Sergio Di Girolamo

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