Atto d’amore: Recensione

 Atto d’amore: Recensione

Nazione: Usa

Anno: 1980

Autore: Joe R. Lansdale

Casa editrice: Fannucci Editore

Traduttore: G. Carlotti

GIUDIZIO
3.5/5

La città di Houston è in preda alla paura a causa di un maniaco omicida che si firma il “Macellaio”. Gli omicidi sono talmente efferati da richiamare alla mente le gesta di Jack lo Squartatore. I corpi delle ragazze vengono, infatti, ritrovati smembrati e irriconoscibili. Marvin Hanson, un poliziotto di colore dalla stazza enorme da essere soprannominato il gorilla e il suo socio Joe Clark tentano di fermare il maniaco prima che la scia di sangue si allunghi irrimediabilmente.

“Ho scritto Atto d’amore perché ero arrabbiato, arrabbiato per il fatto che tanta attenzione fosse rivolta agli psicopatici e agli assassini, e nessun interesse sfiorasse le vittime.”
Joe R. Lansdale

Queste sono le parole di Lansdale a commento del suo libro ma, per dirla tutta, non è proprio una dichiarazione corretta secondo me. Il libro, infatti, non focalizza l’attenzione  sulle vittime ma, come in ogni buon thriller che si rispetti, alla ribalta c’è la figura dello psicopatico omicida e ovviamente i detective  che cercano di fermarlo. In Atto d’amore il primo è uno killer efferato che lo scrittore texano ci descrive molto bene mettendoci a conoscenza delle sue pulsioni sessuofobiche e cannibaliche; i secondi sono la classica coppia di sbirri alla buddy movie: uno forte e di mezze misure l’altro più misurato e ragionatore. La marcia in più di Atto d’amore è certamente quella di essere un’opera originale per i tempi in cui è stato partorito. In pratica Lansdale aveva scritto una storia che poi sarebbe divenuta negli anni novanta un canovaccio diffusissimo per molti thriller, basti pensare a film come Seven o Saw. Quindi il suo libro anticipa i tempi e lo fa ispirandosi alle gesta di Jack the Ripper primo serial killer della storia che in questo caso diventa il “Macellaio” che agisce nel quartiere nero del 5° distretto di Houston piuttosto che nei vicoli di Whitechapel londinesi e, come il suo antesignano, si diverte a stuzzicare la polizia inviando messaggi macabramente ironici insieme a pezzi delle sfortunate vittime.
Atto d’amore è uno dei primi libri scritti dall’abile scrittore texano e, per chi come me lo conosce bene, potrà essere stupito dallo stile che adotta in questo caso. Innanzitutto manca molta dell’ironia tagliente e surreale che spesso elargisce nelle sue opere più recenti e utilizza un linguaggio molto misurato, infine è del tutto assente quella provincializzazione tipica dei suoi scritti; qui non ci troviamo nei pertugi puzzolenti e fuori dal mondo che sono i paesini del Texas nei quali può succedere veramente di tutto ma in una grande città che, è bene dirlo, non viene descritta proprio bene. Diverso il discorso per gli omicidi che sono invece descritti benissimo e rappresentano il punto di forza dell’opera tanto da mettere a disagio più volte il lettore. Per quanto concerne la trama si può certamente dire che, nonostante non vi sia un architettura molto intricata, vi è comunque un bel finale con tanto di colpo di scena. Per concludere questo libro non è certo la migliore opera di Joe Lansdale ma, considerato che è una delle sue prima prove da scrittore professionista, si può certamente dire che è un libro ben scritto, capace di tenere desta l’attenzione del lettore per le sue duecentocinquanta pagine.

©Sergio Di Girolamo

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