Apocalisse domani: Recensione

 Apocalisse domani: Recensione

Nazione
Italia

Anno
1980

Regia
Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti)
Sceneggiatura
Dardano Sacchetti, Josè Martinez Molla
Produzione
Edmondo Amati
Cast
John Saxon, Giovanni Lombardo Radice, Elisabeth Turner, Tony King, Cinzia De Carolis, Vanentino Vanentini

GIUDIZIO
4/5

Due marines hanno contratto il “morbo del cannibalismo” mentre erano prigionieri dei Vietcong. I due uomini però vengono salvati da un loro superiore che viene morso da uno dei prigionieri. Tempo dopo, i tre militari, tornati a casa. scoprono che i sintomi della malattia cominciano a manifestarsi di nuovo. Uno di loro, infatti, inizia a uccidere per nutrirsi e il cannibalismo inizia a diffondersi. Il morbo si propagherà? O sarà fermato?

Il film è il “terzo modo” con cui l’Italia ha sviluppato la tematica cannibale. Non più ambientazioni esotiche o sperdute isolette, tutto avviene in città. La minaccia non è più un mostro (o comunque un uomo mentalmente instabile) che si nutre di carne umana a causa del suo trauma, né una popolazione di selvaggi antropofagi, ma un gruppo di uomini-zombie (come si può capire dalla trama). Uomini perché tutti i personaggi sono vivi, riescono a parlare e a fare dei ragionamenti, non hanno difficoltà nei movimenti e possono essere uccisi facilmente. Ma allo stesso tempo sono simili a zombi: il contagio, per esempio, si trasmette con un morso, chiunque lo subisce non può fare a meno di nutrirsi (anche se cerca di reprimere l’istinto) di carne umana, ma proprio come uno zombie non attacca i suoi simili ma i sani, quelli non contagiati. Il titolo del film è un chiaro omaggio ad Apocalypse now il film di Francis Ford Coppola (infatti, il titolo più conosciuto della pellicola è Apocalypse domani, ma personalmente un titolo mezzo in italiano e mezzo in inglese non mi piace e allora ho optato per quello interamente italiano), ma con tale film ha solo pochi punti di contatto (la guerra in Vietnam). Il regista Antonio Margheriti (famoso per i suoi gotici), tornato all’horror dopo l’exploit con Paul Morrissey e Andy Warhol, preferisce allontanarsi da qualsiasi messaggio filosofico ed esistenziale relativo alla Guerra in Vietnam e al ritorno dei soldati in America (saggia decisione: perché credo che sia meglio evitare un tema in cui noi italiani non siamo stati direttamente coinvolti; lo immaginate un film americano sulle Brigate Rosse?) e propone un ottimo film di genere. Gli attori sono ottimi soprattutto John Saxon e Giovanni Lombardo Radice, gli effetti speciali sono più che dignitosi (con ottime scene splatter) e la mano di un regista in gamba come Margheriti si vede, anche se questo non è proprio il genere più consono al regista.
Un consiglio: i canali Mediaset trasmettono con frequenza questo film a tarda notte. Ovviamente la pellicola è censurata (ma alle tre di notte che senso ha mandare in onda un film tagliato? Solo un appassionato del genere potrà essere interessato a vederlo) ma vi consiglio lo stesso la visione perché, a differenza di altri film sui cannibali, questo ha senso anche senza scene splatter (ovviamente, se riuscite a reperire la pellicola in versione integrale è molto meglio).
© Daniele Lombardi

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