A Venezia… un dicembre rosso shocking: Recensione

 A Venezia… un dicembre rosso shocking: Recensione

Nazione
Italia/inghilterra

Anno
1973

Regia
Nicolas Roeg
Sceneggiatura
Allan Scott, Chris Bryant
Produzione
Inghilterra/Italia
Cast
Julie Christie, Donald Sutherland, Hilary Mason, Clelia Matania

GIUDIZIO
4/5

John e Laura Baxter sono due coniugi inglesi che arrivano a Venezia per lavoro pochi mesi dopo la tragica morte della figlia minore Christine, annegata nello stagno della loro villa. La tragedia era stata, inspiegabilmente, prevista dal padre pochi attimi prima che accadesse attraverso la visione di alcune fotografie. Impegnato nella conduzione di alcuni lavori di restauro nella chiesa veneziana di San Nicolò dei Mendicoli, John deve occuparsi della salute della moglie, caduta in depressione dopo la tragedia. I due coniugi presto fanno la conoscenza di due sorelle di cui una è una medium che dice di ricevere dei messaggi dalla piccola Christine. Nella città nel frattempo un misterioso serial killer uccide delle giovani donne.

Ci sono certe pellicole nella storia del cinema ammantate da un’aura particolare. Spesso non c’è una spiegazione per questo. Saranno gli anni in cui è girato il film, sarà il luogo, gli attori ispirati, il ritmo generale della pellicola, le inquadrature, fatto sta che queste concatenazioni di cause rendono un film un oggetto misterioso e interessante al punto da assurgere al rango di cult. Certamente la pellicola dello spesso sottovalutato regista inglese Nicholas Roeg appartiene a questa categoria. Il film è visivamente molto bello, la Venezia del titolo è rappresentata come meglio non si poteva fare, divenendo elemento centrale del film: vuoi per le architetture storiche, vuoi per gli intricati vicoli e scorci pittoreschi e per la sua storia tutto, riesce a creare quell’atmosfera lugubre perfetta per sintetizzare lo stato d’animo dei due protagonisti. La loro, infatti, è una discesa nell’incubo nella quale una luce di speranza viene concessa solo dalle rivelazioni soprannaturali della medium. Ma è Laura che ne viene coinvolta in modo ossessivo, mentre John inizialmente si dimostra molto scettico, addirittura è urtato dalla presenza inquietante delle due strane sorelle da volerle evitare. Su tutta la triste vicenda  aleggia anche la figura di un misterioso ed efferato killer vestito di rosso che, durante la notte, uccide giovani donne innocenti nelle buie calli veneziane. Don’t Look Now questo il titolo originale, tratto da un libro della scrittrice Daphne Du Maurier (dalla cui penna Hitchcook aveva tratto spunto per Gli uccelli Rebecca la prima moglie)  si può certo definire un’esperienza sensoriale, visiva innanzitutto, ma anche sonora visto il bel lavoro del nostro Pino Donaggio alle musiche. E’ un film che incuriosisce e spesso riesce anche a inquietare parecchio lo spettatore per  come Roeg riesce a farci immergere dentro la vicenda attraverso delle sequenze ipnotiche. L’unico difetto, forse, è una lentezza diffusa per quasi tutta la pellicola ma questo è normale in un film che punta più all’atmosfera. Discorso a parte per il finale, considerato da molti uno dei più sconvolgenti della storia del cinema e che, ovviamente, non vi rivelo neanche sotto tortura. Da citare anche la lunga scena d’amore tra Donald Sutherland e Julie Christie che al tempo fu molto discussa per la sua audacia.

© Sergio Di Girolamo