Chi l’ha vista morire: Recensione

 Chi l’ha vista morire: Recensione

Nazione: Italia

Anno: 1972

Regia: Aldo Lado

Sceneggiatura:Francesco Barilli, Massimo D’Avak, Aldo Lado, Ruediger von Spiess

Cast: George Lazenby, Anita Strindberg, Adolfo Celi, Alessandro Haber

GIUDIZIO
3.5/5

A Mégève, in Francia, la piccola Nicole, una bambina con i capelli rossi, mentre è affidata alla governante viene uccisa da un serial killer vestito da donna. La governante, Ginevra Storelli, si trasferisce a Venezia e il caso è archiviato. Quattro anni dopo, nel 1972, Roberta Serpieri, un’altra bambina con i capelli rossi, da poco arrivata a Venezia proveniente da Amsterdam, dove vive con la madre Elizabeth, è uccisa dallo stesso serial killer in abiti femminili. Il padre, lo scultore Franco Serpieri, comincia da solo a cercare il responsabile della morte di Roberta…

Aldo Lado è certamente un regista capace di creare atmosfere torbide sfruttando benissimo le location a disposizione. E’ stato così per il suo capolavoro La Corta notte delle bambole di vetro in una Praga sempre più magica, ed è così anche per questo suo ennesimo gioiellino, dove a far da cornice alla torbida storia è invece Venezia . Personalmente penso che siano poche le pellicole ambientate interamente nella città lagunare che riescono a lasciare il segno eccetto, probabilmente, Morte a Venezia di L.Visconti e A Venezia un dicembre rosso shocking di N. Roeg. Il film di Lado è certamente tra queste. Ogni vicolo, ogni piazza, ogni  piccola finestra che si affaccia sui canali nasconde un segreto. Il regista riesce a metterci in sintonia con il serial killer vestito da donna, facendoci assistere in prima persona alle sue gesta efferate, che compie con abilità felina.  Quando non riesce a farlo, spesso per un nonnulla, la scena ha lo stesso un grande valore grazie alla superba suspence che riesce  ad evocare anche grazie al contributo delle ipnotiche musiche del maestro Morricone (indimenticabile l’inquietante nenia cantata da un coretto di bambini).
La trama è abbastanza intricata e non manca un bel colpo di scena finale, gli effetti gore sono efficaci e gli attori  proprio nella parte (la piccola attrice che interpreta Roberta comparirà anche nel capolavoro Profondo Rosso). Che dire ancora di questo ennesimo gioiellino cinematografico italiano degli anni settanta: è innegabile che tra tante buone pellicole prodotte in quegli anni d’oro  questo film si colloca  di certo tra le migliori in assoluto, merito anche di un regista molto dotato come Aldo Lado.
©Sergio Di Girolamo

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