Anna: Recensione
- Libri Libri Horror
- 18 Febbraio 2022
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Nazione: Italia
Anno: 2015
Autore: Niccolò Ammaniti
Casa editrice: Einaudi
Sicilia, dopo una peste devastante che colpisce chi supera i quattordici anni definita “rossa” l’isola è un’immensa rovina. Una coraggiosa tredicenne di nome Anna parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, centri commerciali devastati e deserti e città abbandonate Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E, giorno dopo giorno, scopre che le regole del passato non valgono piú, dovrà inventarne di nuove per non soccombere.
Premetto che io sono siciliano è abito in quella parte occidentale della regione che Niccolò Ammaniti ha scelto quale scenario principale delle avventure di Anna e del suo fratellino. Potete capire che quando il libro è stato pubblicato e ho letto la trama mi sono imposto la lettura di Anna. Conoscevo già l’autore, avevo letto Io non ho paura, un libro che mi aveva convinto, scorrevole, ben scritto, e con un bel colpo di scena finale. Anna, oltre che essere ambientato nei miei posti, è anche una sorta di horror post apocalittico. Sicilia e fantahorror non sono mai stati un binomio vincente anzi probabilmente cercando tra libri e film del passato non mi riesce a venire in mente nulla. Piuttosto la mia terra viene considerata quale location per narrare vicende di mafia, polizieschi, drammi in costume che richiamano antiche tradizioni tra il barocco la narrativa di Verga il periodo risorgimentale, ma niente di gotico o fantahorror. Così con la curiosità alle stelle ho acquistato il libro e l’ho letto tutto d’un fiato. Dico subito che il libro mi è piaciuto molto. Per quello che ho scritto sopra ma anche perchè gli aventi che si susseguono nel corso della storia sono veramente ben narrati e la storia è coinvolgente. I personaggi sono ben delineati e si evince tra le righe un sentimento profondo e sincero tra i bambini protagonisti. Anna deve salvare il fratellino a tutti i costi perchè la mamma prima di morire lo ha affidato a lei. La ragazzina fa di tutto pur di tenerlo lontano dai guai (spiegandogli anche le cose del mondo che il genitore non ha avuto il tempo di fare) e nel frattempo incontra anche un suo coetaneo di cui si innamora. Anna si affeziona anche a un cane battezzato “Coccolone” che presto diviene parte integrante del gruppo e che non li abbandonerà fino alla fine del libro. Ma tra i bambini, non è raro che si creino attriti che raggiungono anche punte di puro cinismo se non cattiveria pura. Quindi Ammaniti , che certamente ha letto il classico Il Signore delle mosche, immagina una situazione simile a quella del libro di Golding dove questi nuovi e unici eredi del mondo creano una pericolosa setta che adora una stravagante figura santificata per l’occasione e conosciuta come la “Picciriddona” capace, secondo loro, di guarire i moribondi bevendone il sangue o ingoiandone le ceneri. Questa setta di bambini ossessionati e drogati da mistica speranza viene descritta minuziosamente dallo scrittore siciliano che crea anche dei contesti visivi ben precisi: essi infatti si tingono la pelle di blu e hanno una predilezione per la raccolta delle ossa umane che ammassano in inquietanti santuari dove corpi nudi si ammassano e si perdono in viaggi allucinati verso la morte. Anna e la sua squadra dovranno vedersela anche con loro prima di partire alla volta della Calabria che, per sentito dire, è il luogo a partire dal quale la misteriosa malattia dovrebbe essere già stata sconfitta. Questo libro di Ammaniti è un bell’esperimento di horror siciliano che immerge il lettore in una storia che potrebbe essere uscita dalla penna di maestri dell’horror del calibro di Stephen King, Clive Barker, Richard Matheson.
©Sergio Di Girolamo